C'è una strana atmosfera, una sana atmosfera di allegria e frenesia. Mia madre e mia nonna schizzano da una parte all'altra della cucina per far si che tutto sia perfetto, anche se è una cena relativamente intima. Non abbiamo l'usanza del cenone della Vigilia, la vera festa sarà domani.
Oggi, tra una cosa e l'altra, sono riuscita a vedere una persona veramente felice: il mio ragazzo, dopo aver scartato la maglietta della Lazio. Può sembrare una cosa stupida e materiale, ma sono stata felice. Felice perché mi rendo conto che basta poco per far spuntare un sorriso sul viso delle persone. Felice perché ci sono persone che ancora apprezzano i piccoli gesti. Felice perché una di queste persone sta con me. Felice perché ha scelto me.
Alla fine non ci credo che gli opposti si attraggono, perché noi siamo molto simili. Non si possono associare due mondi completamente diversi, è necessario avere interessi comuni. E noi c'è l'abbiamo. E io sono felice.
Basta poco per essere felici, l'importante è saper apprezzare quel poco. Io 'quel poco' l'ho apprezzato nel suo sorriso a trentadue denti che sfoggiava oggi con la maglietta in mano, in quegli occhi ridenti che mi guardavano fissi e in quelle labbra calde e avvolgenti che mi hanno sfiorato per dirmi grazie.
Il problema è che il vero ringraziamento lo devo fare io, perché una semplice giornata, grazie a quel sorriso si è trasformata. Per questo quando qualcuno mi chiederà cos'è il Natale io risponderò: il Natale è un sorriso che riscalda il cuore.
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