giovedì 29 dicembre 2011

Lei.

Chiuse la porta, abbassò le serrande, aprì la finestra per far passare un po' d'aria fresca, si stese sul letto. Spense la luce e chiuse gli occhi. Questo era l'unico modo che riusciva a calmarla. Anche quando le era sembrato le fosse caduto il mondo addosso, con la separazione del genitori. Era rimasta chiusa in camera per una settimana, e l'unica persona che voleva vedere era lui, il fratello. Lui, che l'avrebbe sempre sostenuta. Lui, che l'avrebbe sempre aiutata. Lui, che non l'avrebbe mai tradita. Lui, solo lui. Ma quel giorno lui non c'era, era andato a studiare all'estero, l'aveva abbandonata. Lei si sentiva sola, non aveva amici con cui confidarsi, spalle su cui piangere quelle lacrime amare che si teneva dentro da quando lui non c'era più, ed ogni cosa sembrava rivoltarlesi contro. Ora lei era in difficoltà, ma senza lui non sapeva cosa fare. Non riusciva a raggiungere la sua solita calma, il suo spirito tranquillo, quella parte di lei che l'aveva aiutata tante volte ad eliminare le mille preoccupazioni che vagavano nella sua mente. Un nuovo problema stava sorgendo. "Cosa mi succede? Perché a me? Che malattia è mai questa? Così sconosciuta ed oscuro all'uomo, così inguaribile e superiore, che sintomi così.. Così strani. Che coinvolge il cuore e contrasta la mente.. Che fa gioire e piangere contemporaneamente, che unisce due persone in un corpo solo? Quella voglia matta di vederlo, e le farfalle in pancia che si risvegliano quando lui è al mio fianco.. Quella voglia di stringerlo forte, fino a soffocarlo. No. Qualcosa di tanto grande non è adatto a me. Impazzirei."

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