mercoledì 30 gennaio 2013

Pensieri... 1

Osservo la mia camera.
E' così.. Disordinata, cosi mia. 
Eppure io la sento un'espressione del mio essere.
Ecco allora il letto disfatto, il pigiama arrotolato tra le coperte, i calzini ammucchiati, i vestiti sulla sedia, i libri di scuola sulla scrivania, la bottiglia d'acqua sul comodino. 
Questo non è disordine, mia mamma non lo capisce, voi non lo capireste. E' una parte di me, la parte frenetica che è sempre in movimento, che non riesce a trovare un posto fisso alle cose, tranne alle più importanti. Ecco allora i vestiti più belli sistemati ordinatamente nell'armadio a ponte, i libri più emozionanti in ordine nella libreria, il flauto ed il clarinetto nel loro solito posto. 
La mia camera è lo specchio della mia mente. Le cose di poca importanza vagano senza meta, e le cose/ persone fondamentali sono lì, sempre.
Ecco la mia famiglia, mio fratello, il mio ragazzo, i miei amici, la musica. Ognuno ha un suo posto, un posto fisso nella mia vita. Ognuno ha il suo ruolo, ognuno con i suoi pregi ed i suoi difetti, ognuno mi dà tanto di sé. Ed io ho bisogno di loro, sono punti fissi come le stelle in cielo, che segnano il mio cammino e che amo osservare di notte. 

domenica 27 gennaio 2013

"Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci."

B. Pascal


L'uomo vuole fuggire, fugge, fugge dal mondo, fugge da sé stesso.
Fugge per la paura, paura di essere infelice, paura di porsi domande di vita o di morte, paura di osservare la vita scivolargli tra le mani e svanire.
Non capisce che in questo modo pensa di vivere ma non vive, pensa di essere ma non è.
Ha paura di porsi domande esistenziali, ha paura di scoprire chi è veramente.
Forse perché sa già che è una persona piena di averi ma vuota dentro, che per paura di vivere si riempie di cose, e tenta di raggiungere la felicità.
Non si impegna per avere un mondo migliore, si limita ad ignorare i problemi che lo distruggono e lo corrodono giorno per giorno, e non pensandoci, crede di essere felice.
Non si accorge che quella non è vita; basta chiudere gli occhi per non vedere la miseria del mondo, basta girarsi dall'altra parte, e cercare qualcosa che gli faccia continuare a dire "sono felice".
Impegna il suo tempo, l'uomo di oggi non si ferma mai, è un uomo in carriera, avido di denaro e di successo, sempre alla ricerca disperata di nuovi svaghi per occupare le sue giornate, tanto da non avere tempo per riflettere: non vuole riflettere, non deve riflettere, o si accorgerebbe di non essere felice, di essere stato talmente impegnato ad "avere" per essere considerato qualcuno da aver perso le persone importanti della sua vita, che gli permettevano di "essere" una persona reale.
Quando se ne accorgerà, non sarà più un uomo che vive, ma un altro oggetto che adorna questo mondo triste e monotono, reso vivo da quelle poche persone che hanno capito che per essere felici nella vita bisogna essere, non avere.