giovedì 23 agosto 2012

La fine di un nuovo inizio

L'estate si è impossessata di me.
E' penetrata nelle mie narici, nei pori della pelle abbronzata, nei capelli incolti e saporiti di acqua salata.
Si è insinuata piano piano, in ogni parte di me, ha colmato i vuoti, mi fa stare bene.
E proprio ora che sto vivendola appieno, si prepara ad abbandonarmi.
I nuovi stress, le nuove ansie, le varie preoccupazioni, gli appuntamenti che riempivano il mio inverno stanno per tornare. Ma io sto bene così, anche senza tutto questo.
Mi bastano gli amici, lui, la famiglia, il mare, così freddo di giorno e caldo di notte, come se ogni giorno dovesse prendere confidenza con i suoi nuovi bagnanti, e accogliere di notte i più coraggiosi, nelle sue acque calde.. La sabbia, quella sabbia fastidiosa che si insinua ovunque, e si appiccica al costume ancora bagnato da una di quelle docce refrigeranti fatte per cercare di attenuare il caldo. E questo caldo, qualcosa di bello e insopportabile allo stesso tempo.. Quel caldo che ti fa sudare, che fa bruciare la sabbia, ma che è simbolo dell'estate vera.. Stare a mare fino a tardi, vedere il tramonto insieme..  Fare grandi nuotate per tenersi in forma, ma poi abbuffarsi di gelati, caramelle e patatine, pranzare solo con pizza e panini e lamentarsi di essere ingrassati.. Giocare a carte, ridere insieme, essere uniti, volersi bene. Cercare di dormire sul lettino, ma essere svegliati da bambini urlanti appena riesci a chiudere gli occhi.. Uscire la sera, vedere tanta gente e dire "si vede che è estate".. Andare in barca a vela in compagnia, cadere in acqua o fare un bagno a largo, oppure andare da soli e sentire il vento fra i capelli, e l'ebrezza che sale quando si prende velocità.. Imparare i nomi dei venti, e saper rispondere alla domanda "che vento c'è oggi?".. Conoscere nuova gente, fare nuove amicizie.. Ampliare la cultura di altri paesi, e notare le varie differenze e abitudini.. Passare la notte attorno al fuoco, ridere, abbracciarsi ed essere felici. Tentare di cucinare la carne sul piccolo barbecue, ed essere consapevoli che quella sera ha mangiato più la sabbia che noi.. Spettegolare a voce bassa sotto il tettino di un lettino, giocare a palla sulla riva, passeggiare fino a stancarsi mentre ci si sfoga su tutto.. Tutto, tutto ormai è parte di me, di noi, e non voglio lasciar sfuggire nulla. Cerco di catturare attimi di quest'estate con la mia macchinetta fotografica, tra chi si mette in posa e sorride e chi cerca di sfuggire all'obbiettivo, mentre in me traspare l'amara verità che tutto questo sta per finire.. E alla fine di tutto questo che ci rimane?
Il ricordo di un'altra estate indimenticabile, che resterà impressa nel mio cuore, nel libro della mia vita, ma la speranza che l'inverno porti altrettante emozioni, e passi in fretta, per cedere il posto ad una nuova estate, si spera, sempre migliore. Grazie a tutti <3

sabato 7 luglio 2012

Sapore di sale, sapore di mare!

Mi sveglio la mattina, sudata. Fa caldo, tanto caldo questi giorni..
Tiro su la serranda, e i raggi del sole invadono la mia stanza, illuminandone ogni angolo. Entra una lieve brezza, che mi rinfresca appena. A piedi scalzi vado in cucina, dove trovo la mia mamma che lava i piatti, o che gira per casa a sistemare e pulire come una trottola, come tutto l'anno. Lei non va mai in vacanza.. Vorrei aiutarla, ma ho il brutto difetto di essere pigra per queste cose. Mio fratello dorme ancora. Mi butto sul divano e svuoto la mente: è estate, VACANZA! La vacanza tanto attesa in questi nove mesi di scuola.. Svegliarsi senza stress, senza interrogazioni o compiti in classe, avere il pomeriggio libero dai compiti e da altri impegni.. Il poter stare a mare tutto il giorno tutti i giorni, sdraiati sul lettino a prendere il sole, e dopo immergendoci nell'acqua ghiacciata per rinfrescarci.. Avere sulla pelle sapore di sale, sapore di mare, e i capelli che si asciugano al vento, prendendo strane e bizzarre forme.. Sentirsi liberi, liberi e spensierati, giocare a carte, ridere, non avere preoccupazioni.. Rotolarsi nella sabbia, giocare a racchettoni, sudare in una partita di beachvolley, e stanchi, addormentarsi sul lettino con il rumore delle onde come sottofondo.. Uscire la sera con gli amici, ridere, camminare.. E la sera, stanchi e cotti, crollare sul letto, in canottiera e mutande per il troppo caldo..  Ecco la mia estate, quella che si può chiamare estate VERA.

giovedì 28 giugno 2012

Ho perso le parole

A volte siamo così impegnati ad osservare la vita degli altri da non accorgerci delle persone che ci sono intorno. La mia vita è permetta per me, o almeno lo era fino a poco tempo fa.
Ritenevo di avere degli amici fantastici, ma col passare del tempo alcuni non si sono rivelati tali.. E' brutto scoprire certe cose.. C'è una vocina martellante nella mia testa che continua a ripetermi "era tutto troppo bello per restare così".. Qualcosa deve sempre andare storto.. Perché? La gente non si rende conto che parla senza sapere, e che le parole fanno male.. Le parole hanno sempre avuto questo doppio ruolo.. Da una parte belle e ammalianti, dall'altra crudeli e meschine.. E ho cominciato a non fidarmi più di certa gente, gente che davanti ha un viso angelico e dietro si trasforma in un diavolo.. Il mio sogno, la mia vita felice piena di amici è cambiata.. Sto scoprendo gli amici veri, quelli che non ti escludono, quelli con cui puoi parlare, quelli che contraccambiano lo stesso affetto che tu provi per loro.. Sinceramente la mia vita non sarà certo condizionata dai falsi amici che hanno intralciato il mio cammino, perché conosco persone che valgono mille volte di più e sono al mio fianco, ma sono rimasta delusa. Delusa perché il mio affetto era sincero, delusa per tante piccole cose, tanti comportamenti carini che si sono rivelati il massimo della falsità.. DELUSA.

Non scrivo tutto ciò tanto per dire qualcosa, né per accusare nessuno. So solo che bisogna aprire gli occhi nella vita, per scoprire che una delle persone che ritenevi amico stretto non pensa la stessa cosa, oppure che un'amicizia nata tra i banchi di scuola sia in realtà accompagnata da insulti e offese alle tue spalle.. E capisci di essere sfruttata, ti rendi conto di aver speso tempo con persone che non meritavano la tua vicinanza..

Avrò esagerato forse, ma questo è quello che mi passa ora nella testa, e nella testa di tutte le persone nella mia condizione.. Non è la fine del mondo, sto bene uguale, perché queste piccole cose ti aiutano a crescere e a diventare forte..

Voglio godermi l'estate, non pensare a questi problemi.. Ma tutti i nodi vengono al pettine.. E allora mi taglierò i capelli ;)

mercoledì 27 giugno 2012

Grazie mamma, ne hai fatti DUE su DUE!



Una delle persone più importanti della mia vita è senz'altro lui, mio fratello. Non so perché  non mi è mai venuto in mente di parlarne.. Forse perché è così parte integrante della mia vita che la sua figura e la sua importanza sono quasi 'sottintese'.

"Io non so cosa pensavi quelle notti con papà, ma grazie mamma, ne hai fatti due su due.. E che comunque vada mio fratello ci sarà, grazie mamma, grazie pà.."

 Penso che questa frase della canzone di J Ax e Grido, descriva appieno il mio rapporto con mio fratello.. E' piena di significato.. Proprio come questi due fratelli, anche noi siamo legati da una strana alchimia, che ci fa restare uniti sempre, nonostante i litigi e le difficoltà, nonostante cresciamo e abbiamo esperienze diverse..

Da piccoli eravamo inseparabili.. Mi raccontavano che quando mio fratello stava per nascere non avevo neanche tre anni, e andavo in giro per casa con il mandolino a cantare che si sarebbe dovuto chiamare Dumbo! Non so perché, forse questa alchimia mi aveva fatto capire che mio fratello avrebbe avuto le orecchie a sventola, proprio come l'elefantino, perché così fu.. Quando era piccolo aveva il visetto tondo e le orecchie sporgenti, ma era bellissimo *-*

Appena nato, quando soffriva di mal di pancia papà lo prendeva in braccio su una mano sola, perché mio padre era il gigante e lui il bambino.. Uno scricciolo a confronto!

E mentre io crescevo, cresceva anche lui.. E giocavamo sempre insieme, stavamo sempre insieme, e l'uno non poteva stare senza l'altro..

" Urlare a squarciagola, fantasmi sotto le lenzuola, 'bambini non fate casino, domani c'è scuola!' "

E cominciammo ad andare a scuola tutti e due.. Lui all'asilo, io alle elementari.. Crescevamo sempre insieme, neanche i litigi per un gioco potevano dividerci.. Infatti non ci separavamo mai.. Quando io giocavo con le bambole lui giocava con me, e quando lui giocava con le macchinine io facevo lo stesso con lui.. Non avevamo preoccupazioni, la vita era semplice  e bellissima, le nostre menti unite e spensierate..

Crescendo, oltre ad essergli amica sono diventata anche molto protettiva.. Non sopporto l'idea che qualcuno gli possa far del male.. Sono pronta ad andare lì e difenderlo con la vita.. Perché lui ed io siamo una cosa sola..

"Questo è mio fratello bello sarà dura per chi me lo tocca!"

Ma col passare del tempo i litigi non riguardavano più i giochi, ma i problemi di quando si è più grandi.. Ma solo di età   >.<   ci scanniamo per il programma da guardare in televisione, per chi deve apparecchiare o sparecchiare, perché fa battute stupide o non si fa gli affari suoi.. Ma poi lo rincorro per tutta casa, e dopo averlo accoppato di botte la smette u.u non lo uccido di botte eh? Solo qualche pizza.. O una cosa che lo fa morire è il solletico..

So per certo, come mi ha già dimostrato più volte, che per qualsiasi problema lui c'è.. E a volte mi pento di averlo aggredito e di essermi arrabbiata con lui, forse perché ingiustamente o esageratamente.. E allora ho una gran voglia di piangere ed abbracciarlo, per rimediare ai miei errori..

Siamo complici.. Lo difendo, quando ha ragione, e lo aggredisco quando ha torto.. Ma non perché sono cattiva, ma per aiutarlo a farsi forte, a crescere.. Alle elementari ha subito un episodio di bullismo.. E ritengo che questo l'abbia aiutato parecchio.. Ogni tanto sembra un po' tontolone, ma è intelligentissimo e ha imparato a farsi rispettare.. E' il più bravo della classe ( è uscito con dieci e lode dalle medie quest'anno), e non lo dico perché è mio fratello, ma è veramente bello.. E poi è simpatico.. E' una persona fantastica.. Posso dire che è il fratello e il fidanzato che tutte vorrebbero!

Non vedo spesso fratelli e sorelle così uniti, infatti ritengo che il nostro rapporto sia speciale, proprio come è speciale lui.. Gli voglio un bene dell'anima, e ci sarò sempre per il mio fratellino!

venerdì 22 giugno 2012

Vedo su ogni volto un ricordo..


Rivedendo le foto dell'estate scorsa sono affiorati in me tanti, troppi ricordi..
Tante cose sono cambiate, alcune persone che mi erano vicino se ne sono andate lasciando il posto ad altre nuove, ma la maggior parte è ancora qui con me..
La mia testa è cambiata, la mia testa che oggi riesce a capire meglio ciò che è più giusto rispetto a ciò che è sbagliato..
Il mio cuore è cambiato, il mio cuore che si ostinava a rincorrere il suo, troppo impegnato per accorgersene..
Ed è lì, nelle foto, si vede dal mio semplice modo di guardarlo, da quel semplice modo che ora è sparito..
Ma nonostante tutto sono felice, e in questa foto con i miei amici.. In un'altra faccio una smorfia, di quelle che rivedendole ridi a crepapelle..
Sono tante, troppe foto, tutte mi descrivono, ci descrivono.. Siamo noi, sempre noi, che ci divertiamo e viviamo l'estate, assaporandone ogni giorno, ogni attimo.. E si, può scappare una lacrima, un litigio, gelosia, ma siamo sempre uniti..
Ora vedo il suo volto, lei, che ride, e che con i suoi capelli lunghi e biondi, sempre più biondi perché schiariti dal sole, che con quell'abbronzatura e dal fisico mozzafiato, che con la sua tavola sta entrando in acqua senza paura a cavalcare le onde..
Ed ecco mio fratello con la dolce fidanzata, sempre insieme, che ridono, e lei si nasconde dietro di lui..
E ancora io con le mie amiche, che proviamo a fare le verticali, e nuotiamo e prendiamo le onde nel mare mosso.. Ed eccoci ancora insieme, al tavolino a giocare a carte, chi con la granita che fa cadere sul tavolo, chi con il gelato, con la bocca tutta sporca.. E mio cugino che ci insegna giochi sempre nuovi..
Mi piace rivedere queste foto.. Mi ricordano un periodo che è parte della mia vita, e lo resterà per sempre.. I bei momenti passati insieme, gli innumerevoli bagni, le docce per toglierci il sale di dosso, sì, quelle docce gelate sotto le quali passavamo troppo tempo! E poi giocare a racchettoni, surfare, giocare a beach, a carte, ridere, chiacchierare su un muretto la sera fino a tarda notte.. Ballare fino ad essere stanchi.. Stare insieme..
Ancora centinaia e centinaia di foto, che presto rivedremo insieme, e rideremo ancora, e ancora..

lunedì 11 giugno 2012

Il cielo è triste

Il cielo è triste questa mattina, è triste come me.
E quando varchi quel cancello capisci che anche quest'anno è finita.
Tutte le emozioni, le esperienze, se ne vanno per lasciare il posto all'estate e ad un altro anno..
Ma qualcosa cambia. Non ci sarà più lui. E le mie giornate, senza il bacio che ci davamo ogni mattina? E le mie ricreazioni, senza i suoi abbracci? E le mie ansie per i compiti, senza lui a tranquillizzarmi? E le attese in fermata senza di lui? Tutto questo mi mette una tristezza.. Se ripenso a tutto quest'anno, anno assolutamente inaspettato, in cui sono cambiata, in cui sono cresciuta, in cui ho imparato a conoscere me stessa, ad esprimermi, ad innamorarmi.. Nonostante tutto, è stato un anno magnifico, e ho paura che con la sua fine qualcosa possa cambiare..
Il cielo è triste in questa mattina, è triste come me.
Ho troppe cose da dire e non riesco a dire niente..
La fine della scuola quest'anno è stata la più bella e la più triste allo stesso tempo.. Lo spettacolo è stato emozionante, ballare con lui è stato meraviglioso, ero a mio agio sul palco, con tutta quella gente.. Ho conosciuto persone nuove.. Tutto era così bello, troppo bello per poter durare in eterno.. Infatti dopo la magia che vagava per l'aria, la complicità tra tutti noi, ho aperto gli occhi, e ho capito che era finita.
So che le cose cambieranno, non lo vedrò ogni mattina, tutto sarà diverso, saremo più grandi..
Ora inizia l'estate, un'estate nuova, diversa.
Un'estate da vivere.

lunedì 4 giugno 2012

Diario di bordo

Giorno 1

7.46
Salpiamo dal porto di Nettuno.. E' tutto così bello e nuovo.. L'emozione così grande non può essere contenuta nella nostra piccola cabina, accogliente ma allo stesso tempo soffocante.. Abbiamo sistemato le nostre cose, le coperte e le macchinette fotografiche sono pronte per immortalare questo viaggio che si prospetta breve ma meraviglioso..


I grandi occhiali da sole coprono gli occhietti ancora assonnati, ma neanche il sonno e un bel letto caldo riesce a contenere l'euforia, e finalmente lasciamo il porto.. Ci mettiamo poco ad ambientarci sulla barca, e siamo già seduti a prua a prendere il sole, e a vedere il porto e la terra che lasciavamo, e a scrutare l'orizzonte, ovvero una distesa di mare infinita che ci divide da quelle tre piccole isole..

8.34
Mentre viaggiamo tranquilli, a vele chiuse, il motore comincia a rallentare, fino a spegnersi.. Non riparte più! Dopo altri tentativi rinunciamo, ed apriamo il Genoa.. Ricominciamo ad andare, ma il vento non è molto, e la nostra andatura è molto lenta.. I nostri piedi sono ghiacciati.. Stare a piedi nudi sulla barca è una cosa che ho sempre sognato, ma non consideravo il vento e il freddo del pavimento! Dopo un po' issiamo anche la randa.. Il professore ci istruisce, ci mostra le scotte, la drizza, l'amantiglio.. La randa è enorme! Noi siamo abituati alle piccole barchette su cui facciamo lezione, ma questa è tutta un'altra cosa! Anche lascare e cazzare risultano più difficili.. Infatti lasciamo lavorare i maschietti!



10.23
Abbiamo passato un po' di tempo a giocare con Bea e Micol a carte nella loro cabina, ma dopo esserci fatte fuori un tubo di biscotti, abbiamo deciso di risalire perché la barca ondeggia in modo impressionante! Il vento però cala, e il prof decide di tornare a Nettuno per far riparare la barca.. Infatti rischiamo o di rimanere bloccati in mare o che a Ponza non ci siano pezzi per riparare il motore.. L'idea non ci va molto a genio, ma forse è meglio così.. Speriamo solo di ripartire presto.. La barca si fa improvvisamente muta e triste, il nostro viaggio così non è esattamente quello che ci aspettavamo.. In silenzio cambiamo rotta, e ci dirigiamo verso la costa..


11.22
Dopo un'ora da quando abbiamo invertito la rotta incontriamo la guardia costiera che ci dice di tenere un'andatura diversa, perché eravamo in una zona protetta.. Risale il vento, e il professore all'improvviso ci ha detto che stiamo riprovando ad andare a Ponza! Siamo di nuovo tutti contenti, di buon umore, ricomincia il solito chiacchiericcio..

13.53
Abbiamo appena finito di mangiare.. La professoressa ci ha cucinato un'ottima pasta con tonno e zucchine, e per secondo una bella caprese.. Mangiare in barca è stupendo! Ed è stupendo soprattutto mangiare cose buone! Prima di pranzo il vento era quasi calato del tutto, e il prof voleva tornare indietro un'altra volta, ma noi ragazzi abbiamo sperato fino alla fine, ed ecco ora un bel vento di 9-11 nodi che ci porta, e arriviamo a vedere Ponza! Siamo isolati, è dalle dieci e mezza che non c'è più campo, e parlare con qualcuno al di fuori della barca è impossibile.. Ci sono un po' di onde, si ondeggia, e la cosa mi piace ;)



19.36
Siamo in cabina dopo una lunga giornata.. Alla fine, dopo tante peripezie siamo arrivati a Ponza alle cinque del pomeriggio.. Ci hanno portato in porto col gommone, perché non si può entrare in porto veleggiando.. Abbiamo ormeggiato e siamo scesi a terra.. Volevamo andare a farci un bel bagno, anche l'acqua del porto, così limpida, ci ispirava.. Per raggiungere le spiagge dovevamo o andare con la barchetta o col pullman, e per un'ora non ne valeva la pena.. Decidiamo che fare, e propongo il giro panoramico dell'isola sull'autobus, e optiamo per quello.. E' stato stupendo, un panorama spettacolare!



Ci siamo fatte un sacco di foto, abbiamo preso un gelato, e abbiamo girato per Ponza noi cinque.. Sono io a guidare gli altri, quest'isola in un certo senso mi appartiene, conserva tanti ricordi..
Torniamo in barca, stanchi, e con Giulia decidiamo di prendere il sole, che ormai non c'era più -.- Allora mangiamo un po' di caramelle, e chiacchieriamo.. Alla fine torniamo in cabina, e mentre tutti si danno da fare per cucinare noi perdiamo tempo e ci facciamo le foto, come due sceme! Vabbé, giustifichiamo noi stesse dicendoci: "abbiamo già lavato i piatti a pranzo!"

23.18
Siamo state veramente due nullafacenti! Ci sono venuti a chiamare per la cena mentre parlavamo tutte e due al telefono! La cena è squisita e troppa.. E per digerirla usciamo! Ma Ponza è vuota, senza presenze.. Noi siamo gli unici a girare per l'isola, troviamo un solo pub aperto e ci ficchiamo dentro.. Stiamo poco, e dopo una breve passeggiata torniamo sulla barca e giochiamo a carte.. Troppo assonnate e stanche per la giornata pesante e piena di emozioni, ci buttiamo sfinite nel letto.. La sveglia è alle sette e mezza.. Buonanotte!


Giorno 2

5.43
Sì, ce l'ho fatta! Sono fuori, sulla poppa della barca, senza aver svegliato nessuno, o almeno così sembra.. A quest'ora Ponza è una cosa spettacolare, e visto che non riesco più a dormire me la godo.. Infatti è dalle tre e mezza che mi sveglio in continuazione per un rumore causato dal movimento della barca! Ponza dorme ancora, sono ancora accese le luci, ma il traghetto è già partito, e i pescatori fanno ritorno al porto.. Per il resto tutto tace ed è tranquillo, come l'acqua.. Ora si sente il miagolio di un gatto che litiga con un altro, il vociare cupo ma allegro dei pescatori, e sempre quell'orribile rumore della barca, che sembra la mia altalena quando ci vado senza aver messo l'olio.. Nell'acqua i pesciolini vengono a galla formando tanti piccoli cerchi perfetti, come quelli che fa la pioggia quando cade nel mare.. Da qui vedo il luogo dov'è ormeggiata la barca che più e più volte ci ha portato a Palmarola, a Zannone, a fare il giro dell'isola.. La strada che percorrevamo ogni giorno, per una passeggiata o un gelato, e per trovare le zie nel loro negozio.. Il faro, il molo.. Poi mi giro.. Da qui vedo casa dei nonni e casa della mia bisnonna, e tanti ricordi affiorano alla mente.. Quando noi andavamo a mare, e lei si affacciava al balcone per salutarci, quando ogni estate andavamo tutti sul terrazzo a vedere i fuochi di San Silverio, quando ci accoglieva in quella casa, con la credenza tappezzata di foto in bianco e nero, e noi piccoli restavamo incantati.. Sono interrotta dal rumore di diversi gabbiani in volo, e il mio sguardo si posa sulla spiaggia difronte a me.. Sì, proprio lì dove mio zio ormeggiava la sua barchetta.. L'ultima volta ci sono stata proprio con lui, tre anni fa.. Da quel periodo ancora bello e felice, perché ignari di quello che sarebbe successo, ad oggi, non sono più tornata a Ponza. Prima la perdita della mia bisnonna, e poi quella di mio zio.. Questo posto aveva troppi ricordi, ed era nel cuore di entrambi. Oggi mi fa uno strano effetto essere qui, ma le mie emozioni sono forti.. Vedo mia nonna, lassù, sorridente perché sono nella sua isola, e mio zio, contento perché in barca a vela.. Tutto quello che piaceva a lui, che avrebbe vissuto in mare per sempre.. Ancora lo vedo, con la sua camicia blu a quadretti, i calzoncini e le ciabatte, e il cappello, e quei baffi con cui noi da piccoli giocavamo sempre.. Trattengo le lacrime, e le mie labbra si trasformano in un lieve sorriso.. Perché sono bei ricordi, ricordi che spero restino indelebili dentro di me.. E' arrivato il sole, le luci sono spente, Ponza si sveglia.


16.35
Alla fine, alle sei mi raggiunge un ragazzo, che dormiva sulla barca ormeggiata affianco alla nostra, e a poco a poco si svegliano tutti.. Giulia si risveglia e non mi trova, si preoccupa ma si ricorda della mia insonnia.. Infatti prima di sgattaiolare fuori l'ho svegliata.. "Giu, vieni a vedere che spettacolo Ponza alle cinque e mezza!".. Ma quando lei apre gli occhi mi accorgo di non aver fatto una cosa giusta.. I suoi occhi assonnati sono indescrivibili, e le sue labbra si muovono appena, e mi sussurrano "Giu, io ti ammazzo!". Allora capisco che non è aria e salgo da sola.. Ci riuniamo tutti per colazione.. E' così bello mangiare insieme, con l'aria fresca del mattino che ti accarezza i capelli, ed è così pungente in viso.. Io e Giulia siamo le prime ad abbandonare la barca per andare a comprare i piatti di plastica, e mi accorgo che Ponza è totalmente cambiata rispetto alle cinque e mezza.. E' così.. Così viva! La vita è palpabile, c'è calore.. Il calore del sole che è nascosto dietro alle nuvolette e che cerca di uscire, per renderci la giornata migliore.. Andiamo nella tabaccheria e incontriamo le zie.. Sono contente di vederci e dolci come sempre.. Alla fine del nostro giretto torniamo in barca, e si salpa.. Sono le dieci circa, e il cielo è ancora un po' nuvoloso.. Il professore ci vuole portare all'arco naturale.. E per  arrivarci passiamo davanti a Frontone, e a Cala Inferno.. Il mare è stupendo, e finalmente arriviamo.. Io e Giulia ci facciamo un po' di foto.. Voglio immortalare questi momenti.. Perché rimangano sempre nei miei ricordi.. E, che devo dire? Tornerò a casa con il borsone più pesante, pieno di nuove emozioni e ricordi.. Ormeggiamo.. L'acqua è di una bellezza e di un freddo da togliere il fiato, in tutti i sensi, ma due ragazze, le due Silvie, non esitano a tuffarsi immediatamente.. A poco a poco, anche le due Giulie riescono ad ambientarsi, e sono in acqua.. Il gelo dell'acqua sotto la superficie mi svuota la mente.. Il fondale è chiaro, un misto di alghe, sassi, sabbia e pesci, e la spiaggia dista un centinaio di metri dalla barca..


Arriviamo, ma la riva è tempestata di sassi, e cado almeno una decina di volte prima di sedermi all'asciutto! Ci sono delle pietre stupende, e comincio a raccoglierle.. Raggiungiamo le due Silvie, e ci uniamo a loro a prendere il sole.. Dopo un po' torniamo alla barca a posare i sassi, e decidiamo di passare sotto l'arco nuotando.. E' immenso.. "Giu, sbrighiamoci, ho paura che ci crolli addosso!" Non vogliamo tornare sulla barca.. Quell'acqua mi da' una sensazione di pace immensa, sto bene con me stessa.. Sono in casi come questi che ti fanno capire che nulla di quello che ha fatto l'uomo è paragonabile alle bellezze naturali.. Una spiaggia tutta per noi.. E noi? Dobbiamo ripartire.. Siamo di nuovo sulla barca e aspettiamo per pranzare.. Do' del pane ai pesci, e in un secondo  lo sprazzo d'acqua vicino all'imbarcazione si riempie di gabbiani...



Urlano, parlano, volano.. Ci salutano.. O ci cacciano da quella che è la loro casa.. Io e Giulia ci riempiamo nuovamente di crema, e diamo una mano ad apparecchiare.. Dopo ci toccherà di nuovo lavare i piatti.. Mangiamo, ci godiamo ancora per poco quella pace, quella tranquillità che rende questo posto magico, ma con la consapevolezza che tra poco ci risveglieremo, e questo ci sembrerà solo un sogno.. Ridiamo scherziamo, ma quando ci dicono di salpare i nostri sguardi diventano tristi.. Tiriamo su l'ancora, si accendono i motori, e si parte.. Mentre vediamo Ponza allontanarsi, la consapevolezza che sta per ricominciare tutto, la solita vita, ci assale..


E' stato così bello ed emozionante, che lasciare quell'isola piena di ricordi fa ogni volta più male.. Io e Giulia laviamo i piatti, mentre Ponza ormai diventa una sagoma lontana, e comincia a stagliarsi la grigia striscia di terra dove tutti stanno conducendo la loro solita vita.. Ignari dell'esperienza che otto giovani ragazzi stanno concludendo.. Dormiamo, il sonno ci assale, e siamo cullate dalle onde.. Voglio godermi ogni attimo di questo viaggio, ogni onda, ogni spruzzo d'acqua, ogni rollio della barca, l'ebrezza di tenere il timone stretto nelle mie mani, e continuare a puntare il grattacielo..

19.15
Ormai il nostro viaggio è giunto al termine nella realtà, ma non nei nostri sogni.. Stanotte continuerò a sognare un bagno in quell'acqua, i gabbiani in volo, la vita di barca.. Queste sono esperienze che aiutano ad unire, a far nascere nuove amicizie e a consolidare quelle vecchie.. Giulia mi ha regalato un sasso a forma di cuore, che conservo gelosamente nella mia mano mentre saluto tutti.. Salutiamo la nostra compagna d'avventura, la nostra barca, che ora potrà godersi un po' di meritato riposo.. "Ci vediamo al più presto, mi raccomando!"..



22.17
Sto per crollare.. Sono così stanca.. Devo ancora assorbire tutte le emozioni di questi due lunghi intensi giorni.. Sono troppo euforica, racconto tutto, ogni minimo dettaglio ai miei, ma non credo riescano a percepire le mie sensazioni, tutto quello che ho provato.. Ora voglio addormentarmi, sognare di essere di nuovo in barca, col sapore di sale che mi è rimasto tra i capelli, e lasciarmi cullare dalle onde..


domenica 27 maggio 2012

Che ne sarà di me?

Un altro anno sta per concludersi..
E ti rendi conto che sono già passati tre anni.. 
Tre anni che hanno lasciato il segno.
Tre anni in cui hai conosciuto persone nuove.
Tre anni in cui hai fatto nuove esperienze.
Tre anni in cui hai fatto amicizie.
Tre anni in cui si sono rotte delle amicizie.
Tre anni con nuovi amori.
Tre anni che ormai sono dentro di me.
E ti rendi conto che sono già passati tre anni..
Tre anni che sono volati.. Mi sembra ieri quando entravo in quella scuola per la prima volta, in cui timida e incuriosita scrutavo i miei nuovi compagni.. Due tre che già conoscevo, alcuni che avevo già visto, ma la maggior parte dei visi mi erano totalmente nuovi. Solo con uno sguardo comincio a farmi delle idee, li sento parlare, li osservo.. Alcuni attirano la mia attenzione, altri provocano dentro di me una certa indifferenza.. Alcuni mi ritengono snob perché sto sulle mie, ma non conoscono la mia timidezza.. Poi, come succede a tutti gli esseri viventi, comincio a relazionarmi con la gente più simile a me.. Stringo amicizia con persone simpaticissime, fantastiche, e le nostre sono relazioni sincere, ci vediamo anche fuori scuola.. "Wow", penso, "sono i miei primi veri amici!" Infatti, alle medie non avevo veri amici, ero sfruttata perché ero brava a scuola, ma i rapporti finivano qui. Ora invece mi sento considerata, sono nel gruppo, sono parte attiva del gruppo, e mi piace. Comincio ad aprirmi, scopro una parte di me che non conoscevo.. Una parte che è venuta fuori grazie a queste persone.. Ma insieme alle amicizie arrivano anche gli amori, nella stessa classe.. Come succede a me succede anche ad altri compagni.. E' bello potersi vedere tutti i giorni, e passare le mattinate insieme.. Infatti la scuola senza gli amici sarebbe una noia mortale! Gli amori finiscono, ci sono i primi litigi, le gelosie, le divisioni.. E si arriva nella scuola più grande, la sede principale, dove ci sono i più grandi.. Ora siamo grandi tra i piccoli e piccoli tra i grandi.. Ci avventuriamo nella nuova scuola, alcune amicizie tornano, altre sembrano interrotte per sempre.. Ma ormai sono diversa, riesco a relazionarmi facilmente, la timidezza non mi opprime più, mi ficco in mezzo nelle iniziative, mi cimento nel ballo, nella corsa, nella pallavolo, nella vela.. E conosco nuova gente.. La scuola va sempre bene, e la classe è sempre più unita.. Anche le gite, non hanno fatto altro che rafforzare il nostro rapporto.. Alla fine mi è andata più che bene, perché la classe non si sceglie, e sono stata veramente fortunata a trovare le amicizie che spero mi porterò avanti nella vita proprio qui.
Quando ho varcato per la prima volta quella soglia, il quinto mi sembrava così distante, e ora che invece mi rendo conto che già sono passati tre anni, riconosco che questa parte della mia vita sta per concludersi.. Spero che questi anni passino lentamente, perché voglio godermeli, assaggiare tutte le piccole sfumature che mi conserva la vita..
Proprio questa sera parlavo con papà del mio futuro.. Mi sono resa conto di non avere affatto le idee chiare.. Mi piacciono tante cose, faccio tante cose, e non so cosa potrebbe piacermi e soddisfarmi nella vita. Ora inizia quella fase della mia vita in cui devo capire quello che voglio, e devo impegnarmi, analizzare le alternative.. Non voglio trovarmi ad essere insoddisfatta solo perché ero troppo pigra per scegliere che strada prendere.. Devo poter pensare, scrivere il mio futuro, non fare una scelta affrettata nelle ultime settimane prima della maturità.
Che ne sarà della mia vita? Presto lo sceglierò, anche se sarà duro.

sabato 26 maggio 2012

Tu corri.. E ridi!

Ti svegli la mattina. Presto.
Tua madre: "Dai, sono le sei e mezza, se non ti alzi farai tardi!"
Io, con gli occhi ancora chiusi mi siedo sul letto, e un brivido mi percorre la schiena quando sfioro con i piedi il pavimento freddo mentre cerco le ciabatte. Finalmente riesco a socchiudere gli occhi, e tiro su la serranda: penetra un lieve raggio di sole. Penso: "perfetto, una bella giornata senza nuvole!". Mi preparo, ancora assonnata, e più volte rischio di cadere mentre mi infilo i pantaloni per lo scarso equilibrio che mi accompagna appena in piedi.. Finalmente sono pronta, mamma mi porta all'appuntamento. Sono le sette e mezza, e i ragazzi hanno ancora il cuscino disegnato sulla guancia. Ma l'euforia è palpabile. Li vedo, si, i miei amici, e vado da loro. Pochi minuti e saliamo sul pullman.. Noi siamo tutti vicini, c'è chi sbadiglia, chi prova a dormire, chi ascolta la musica, chi chiacchiera, chi ride, chi canta! Il viaggio sembra non finire mai, eppure dobbiamo solo arrivare a Roma! Ma il tempo passa piacevolmente, tra due chiacchiere e una risata, i dispetti fatti al povero Gigi che cerca di dormire, Giancarlo che non sta zitto un attimo, e io e Giulia che cominciamo a ridere a crepapelle quando un ragazzo si gira verso Giancarlo e gli dice testualmente: "basta! Hai rotto le scatole!" Ma lui continua imperterrito.. Finalmente arriviamo.. "No, non voglio correre, non corro da un sacco di tempo! Spero di essere una riserva" e invece devo correre.. Mi danno il numero, il numero 9, e a mano a mano che mi abituo all'idea di dover correre per un kilometro è già il mio turno.. Entro insieme agli altri corridori, e cerco di individuare il numero 8 che mi deve passare il testimone..  Ok, lo vedo, sta arrivando, tocca a me, tocca a me.. Partita! I primi metri non sono pesanti, ma già al termine del primo giro la stanchezza si fa sentire.. Continuo a ripetermi "dai Giulia, manca solo un giro e mezzo, ce la puoi fare!" Il professore mi dice di continuare, che vado bene, e così passa un'altro giro.. Gli ultimi duecento metri, si, non posso mollare ora, ce la sto facendo.. Le mie gambe accelerano, non riesco neanche più a controllarle, e cerco tra i ragazzi il numero 10, quello a cui devo passare il testimone.. Eccolo, dieci metri, otto, cinque.. Arrivo! Faccio un grande respiro e mi levo dalla pista, e Giulia mi viene incontro mostrando il suo 12: toccava anche a lei.. Io sono ancora esausta e mi reggo appena in piedi, e lentamente torno al luogo dove avevamo lasciato gli zaini, per bere. La corsa mi aveva lasciato la bocca asciutta. Mi siedo, e aspetto.. Dopo una ventina di minuti distinguo i capelli biondi di Giulia che viene verso di me, tutta rossa in viso per lo sforzo.. Ci raccontiamo a vicenda le nostre gare, beviamo e ci riposiamo.. Poi, con la sorella, cominciamo a girare per il campo, a incoraggiare i nostri compagni, e soprattutto nei giri finali. Tocca a Gigi, è l'ultimo, stiamo in vantaggio.. Taglia il traguardo, e i compagni di scuola che erano a bordo campo e sventolavano fieri la bandiera del nostro liceo gli saltano addosso, tutti felici.. Abbiamo vinto! E' proprio allora che sentiamo la voce del giudice, che nega la nostra vittoria perché afferma che ci mancavano tre giri.. Luigi allora riprende a correre, ma altri tre giri sono tanti, troppi, e non ce la fa.. Arriviamo terzi.. La delusione sui nostri volti dice tutto.. Non era vero, avevamo fatto tutti i giri, eravamo stati in vantaggio dall'inizio.. Amareggiati  e delusi, ma ancora energici, torniamo sul pullman.. Il viaggio di ritorno vola, ma è molto più divertente dell'andata.. Alla fine sappiamo di aver vinto, e cantiamo, ridiamo, ci tiriamo le bottigliate in testa.. Siamo noi, NOI, i soliti.. E Giancarlo continua a parlare incessantemente.. Non si è mai fermato dalla mattina! Penso che qualcuno lo meni un giorno di questi.. :D

giovedì 24 maggio 2012

Il libro della mia vita

Mi piace leggere.
Passerei le ore a leggere, immergendomi nelle storie fantastiche ed emozionanti che quelle parole stampate su quei fogli ruvidi l tocco.. L'odore della carta, quell'odore che non si può nemmeno immaginare attraverso uno schermo. Ora è tutto virtuale, e sfugge al nostro tocco.. Voglio un libro, quel libro che posso toccare, del quale posso sfiorarne le pagine, bagnarlo con le lacrime, sporcarlo con le mille schifezze che mangio quando mi perdo nella lettura, in uno dei mondi fantastici che immagina l'autore.. E la cosa più bella, sì, senz'altro la più bella, è poter sognare questi posti, le loro storie, i personaggi.. Vivrei di libri.
Ma il libro che preferisco di più in assoluto non è ancora finito.. Ed è il libro della mia vita. Ne fanno parte tutti i posti in cui sono stata, i posti che ho sognato, le persone che ho conosciuto, i miei genitori, mio fratello, i miei parenti, gli amici, sì, i veri amici, che saranno inscritti per sempre vicino al mio nome, e l'amore.. Spero che l'amore che ho scritto nel mio libro ormai da quattro mesi rimanga lo stesso per il resto della mia vita.. Avrei troppo da scrivere su di lui, su come mi fa sentire unica e importante ogni santo giorno da quando le mie labbra hanno sfiorato le sue per la prima volta.. Il suo odore, il suo odore che ormai è impresso sulla mia pelle.. E i suoi occhi.. I suoi occhi innamorati, nei quali mi perdo e non riesco più ad uscirne.. Starei ore a guardarlo, giorni.. Questa mattina mi sono svegliata e ho letto la sua buonanotte.. E' stato il buongiorno più bello che potessi avere.. Perché sa essere così dolce, ma di una dolcezza irresistibile.. Ogni suo abbraccio è una nuova emozione.. Vi è mai capitato di sentirvi amati e protetti, come da piccoli in braccio a papà? Ecco, è  stupendo provare la stessa sensazione con qualcuno al tuo fianco che è pronto a condividere la sua vita con te, nel bene e nel male.. E sentirsi dire: "Amore, ho pregato per restare con te, e perché un giorno entri da quella porta bellissima, vestita di bianco, e io che ti aspetto all'altare per restare insieme per sempre e prometterti amore eterno.." Spero che quella preghiera sia il mio, il nostro futuro, che sarà scritto sul mio libro della vita!

Voglio che in questo libro siano scritte solo cose belle.. Di me, di lui, dei miei amici, di tutti.. Della mia vita.

Ora basta.

E' una mattina come tante.. Scendi dall'autobus e ti ritrovi all'altro mondo. 
Come può essere? Come può esistere una persona così crudele che se la prende con i ragazzi, con dei ragazzi come tanti altri, che vanno a scuola per il proprio futuro, per coronare i propri sogni, per raggiungere degli obiettivi, per sapere come vivere. Ma come fai ad imparare a vivere se proprio nel luogo che ti dovrebbe preparare a tutto, vieni privato della tua stessa vita? E' tutto così confuso, è inconcepibile. 
Come si fa a esistere in un mondo dove si lotta per scampare alla morte? Dove i potenti si fanno gli affari loro e lasciano il popolo al proprio destino? Chissà quanti, anche oggi, moriranno di fame, di freddo, di povertà.. Quanti si toglieranno la vita perché incapaci di portare avanti sé stessi e la propria famiglia, quanti non arrivano a fine mese, quanti a cui è stato tolto tutto.. 
Ritengo che togliersi la vita sia un vero e proprio atto di vigliaccheria.. Morire sfuggendo alle disgrazie che la vita ti sta facendo affrontare, ma lasciando tutto il peso nelle mani dei famigliari, di tua moglie che soffre, per la tua scomparsa, perché ora non hanno neanche più qualcuno che porta a casa il pane, e i tuoi figli che moriranno di fame.. 
Questa crisi sta rovinando il mondo, l'Italia, la popolazione, le famiglie, le singole persone.. ogni singolo individuo.. Anche il bimbo appena nato, che si troverà con una famiglia che farà di tutto per farlo crescere bene, ma non sarà mai abbastanza, e da grande si troverà senza futuro. Si sta distruggendo tutto, la psicologia e il pensiero della gente, il futuro del mondo.
Vorrei poter dire basta, ma una sola persona non è sufficiente a bloccare questo meccanismo viziato che manda avanti il mondo.

venerdì 4 maggio 2012

Aria d'estate.

Spensierata.
Sì, spensierata.
Stare con i miei cuginetti mi fa tornare un po' bambina, non che adesso sia adulta. Ma fa tornare in me quella stupida e genuina ingenuità che contraddistingue i bambini dai grandi, che vorrei avere sempre con me, perché fa vedere le cose con altri occhi. E sono tornata di nuovo ad arrampicarmi sugli alberi, a rotolare nell'erba, a giocare a nascondino, sull'altalena.
Sull'altalena.
E sopra di me c'era un cielo, un cielo limpido, con qualche nuvoletta immacolata, come piace a me. Sì, quel cielo dove splende il sole, quel cielo che ti fa capire che forse finalmente è arrivata l'estate, anche per noi.
Un'estate tanto attesa, un'estate desiderata.. Mi sembra ieri, quando a settembre, facendo l'ultimo bagno, mi disperavo perché avrei dovuto attendere nove duri e lunghi mesi prima di essere di nuovo spensierata. Ed ora che questi mesi sono passati, ora che la scuola giunge al termine, mi accorgo che sono passati velocemente. E hanno cambiato tante cose, in me e negli altri. Cose positive e negative, esperienze belle, litigi, studio, tanto studio. E a meno di un mese dalla fine della scuola voglio godermi quest'ultimo periodo, che porterà ad un'estate che non può che essere bella.
Nuova aria, aria di mare, aria di sole, aria di bagni, aria di nuotate, aria di divertimento.. Aria di amicizia.. E aria di amore.. Si, l'amore che ho trovato in questo lungo ma corto inverno, che ho conosciuto proprio in quel dì di settembre, quando scocciata ma curiosa entravo nella scuola dei grandi. Quell'amore che all'inizio mi ha voltato le spalle, ma poi mi ha preso in braccio, e ora è con me da quasi quattro mesi.. I mesi più belli dell'anno.
Con tutto questo, posso solo prospettare una fantastica estate, ma ancora tante cose devono succedere. Perché un mese, anche se è solo uno rispetto ai nove di scuola, ha pur sempre trenta nuovi giorni di emozioni da vivere.


mercoledì 2 maggio 2012

Sono le piccole cose belle che fanno bella la nostra vita

Non ho ispirazioni, non so che scrivere. Voglio solo dire che sono contenta. Alla fine non mi manca niente, sto bene così.
Anche se non va sempre tutto bene.
Anche se non va sempre tutto come vorrei.
Anche se ci sono piccoli problemi quotidiani, che alla nostra mente sembrano enormi.
Noi spesso ci soffermiamo a pensare e ripensare a quelle poche cose negative che ci succedono, incontri spiacevoli, litigi, brutti voti, e tanti altri piccoli problemi, che ci fanno perdere di vista quello che è realmente la nostra vita. Infatti, così, lasciamo che questo prenda il sopravvento, e che tutto il resto faccia da contorno. E qual è questo resto? Tutte le piccole cose belle, che messe insieme fanno tanto, e ci fanno ricordare che la vita ha tanto da donarci, e tanto che dobbiamo ancora scoprire.
Crescendo avremo problemi seri da affrontare, come arrivare a fine mese, come pianificare la nostra vita, cosa fare di noi.. Insomma, scelte che ci porteranno da una parte piuttosto che dal'altra.
Per ora, che siamo ancora piccoli, freschi, naturali, godiamoci la vita, con la testa sulle spalle, buttando un occhio sul proprio futuro, su come vogliamo essere noi da grandi.
E chi lo sa cosa ci preserva questo tanto atteso ma allo stesso tempo, temuto futuro?
Una carriera, quella che hai sempre sognato, o con un pargoletto che la mattina ti viene a svegliare saltando sul tuo letto?
In conclusione quindi, non fasciamoci la testa con questi piccoli grandi problemi adolescenziali, e pensiamo sempre alle cose positive.. Perché sono tante, e ognuna ha un suo perché, e tutte insieme caratterizzano noi stessi, come siamo, come viviamo, come saremo. Tutto quello che abbiamo passato ormai è un'esperienza, una parte di noi che ci aiuterà a dare origine all' Io adulto. Sì, quel'Io che riderà quando penserà a quando era piccolo e litigava per una caramella.. A quando era adolescente e piangeva per una litigata o perché il ragazzetto l'aveva lasciata.. E capirà che ogni età ha i suoi problemi. Quei problemi che per un adulto possono sembrare piccoli e inutili ma per un ragazzo sono grandi e pesanti. Lo stesso ragazzo che non riesce a capire le difficoltà che i genitori affrontano ogni giorno per portare avanti la famiglia con amore, perché ancora ingenuo e immaturo.
Viviamo in quest'ingenuità, così pura e semplice.
Viviamo delle piccole cose belle della vita.

mercoledì 25 aprile 2012

Insieme.



"Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di confessare di aver sbagliato; che è come dire, in altre parole, che oggi è più saggio di quanto fosse ieri."

                                                                                 { J. Switf }


Sto cercando le parole adatte per descrivere come mi sento, ma non riesco a trovarle. Il ragazzo perfetto non esiste, non è mai esistito e mai esisterà. Esiste il ragazzo che vuole migliorare, per amore, che può sbagliare per paura di ferirti. Sta a te farlo diventare perfetto. Perché l'amore va oltre le stupidaggini, ma delle piccole cose possono diventare grandi se tenute nascoste a lungo. Neanche la ragazza perfetta esiste, io non sono perfetta. Voglio diventarlo per te, perché ci tengo, e vorrei che tu lo diventassi per me. Io ti aiuterò, te lo prometto. Perché se tu vorrai, io ci sarò sempre. Per essere perfetto, devo avere piena fiducia.. Non l'ho persa, deve solo aumentare e consolidarsi, perché si è indebolita, e solo in questo modo possiamo rimanere legati. Non voglio soffrire, e non voglio che tu soffra. Sta ad ognuno di noi l'incolumità dell'altro. I miei sentimenti non sono cambiati, mettitelo bene in testa, e insieme supereremo anche questa difficoltà.

Insieme.

lunedì 23 aprile 2012

C'erano una volta il cielo, il mare, e noi.

Si respira un'altra aria.

Sì, sapore di mare.
Quando sei in acqua sembra di stare fuori dal mondo..
Siamo noi, il mare, il vento, e un cielo minaccioso di pioggia.
E' tutto perfetto.
Tutto così emozionante.. Gli schizzi d'acqua che ci lasciano i pantaloni bagnati..
"Cazza la vela!" e ancora "Sì, ora lasca.. Perfetto, ancora un po'!"
Non siamo che una macchia nell'oceano, ma con una piccola barchetta sembra riusciamo a domare le onde. E poi ancora schizzi, ancora chiacchiere, ancora risate, ancora curiosità di imparare, ancora voglia di navigare..
 "Il nero all'orizzonte vuol dire pioggia, e non c'è niente di più fastidioso della pioggia mentre stai in acqua".
I nostri sguardi preoccupati..
E nel ritorno al porto, mentre guardiamo il mare che stiamo abbandonando con occhi malinconici, succede tutto in un attimo.
Prima un vento forte, le vele agitate.. Io mi reggo forte al fiocco per evitare che faccia troppo rumore e mi finisca addosso..
E la grandine. La grandine che comincia a scendere forte, che mi graffia il viso..
L'acqua chiara, il cielo scuro, contrasto stupendo..
E noi siamo qui, in mezzo, in balia delle onde e della grandine,
assistendo senza parole a quanto siamo piccoli in confronto al mondo.
Ma nei miei occhi non regna la paura.. Trapela divertimento, voglia di fare, di aiutare, di nuotare, di scoprire, di imparare, di fare nuove esperienze, di vivere.
Sì, di vivere.
Stare così, questi attimi, in cui non sappiamo che fare, al pensiero che possiamo finire in acqua, può succedere qualsiasi cosa..
Sì, sono viva, mi sento viva.
Con l'acqua fin dentro la pelle, sono viva.
Con la testa bagnata fino all'ultimo capello, sono viva.
Con il sorriso stampato sulle labbra nonostante il pericolo, sono viva.
Con il sostegno e le risate degli amici fino all'ultimo, sono viva.
Con la consapevolezza di quello spettacolo a cui sto assistendo e che sto vedendo, sono viva.

Nel mondo, sono viva.


sabato 21 aprile 2012

Tre mesi di noi

Sono tre mesi, i tre mesi più belli..
Perché?
Perché ci sei tu. Con me.

Vivo nei tuoi occhi.
Sì, quegli occhi innamorati che mi guardano,
nei quali mi perdo,
e tutto il resto del mondo sparisce in un istante..

Non vivo per te, VIVO DI TE,
e ora che non ci sei sento come un vuoto dentro,
un vuoto che nessuno può colmare, eccetto te..

Sei lontano, a miglia di distanza,
e la voglia di averti qui vicino per un abbraccio, per farmi sentire tua,
è superiore ad ogni altra cosa..

Conoscerti e scoprirti è stato come nascere di nuovo,
con te,
perché è così che mi sento,
rinata,
provo nuove emozioni e mi piace..

Il tempo con te non è mai troppo,
è sempre troppo poco..
E non mi sazi mai..
Voglio sempre te,
voglio sempre stare con te...

Quegli occhi, sì, quegli occhi fantastici che mi fanno entrare in un mondo alternativo..
Mi sento in un limbo,
tra sogno e realtà..

E vorrei rimanere sempre così,
in questo mondo dove tu sei il Sole che illumina le mie giornate,
tu sei il pane che mi nutre ogni giorno,
tu sei l'acqua che mi disseta..

Non farmi smettere mai di vivere qui,
dove mi fai sentire importante,
mi fai sentire tua..

Ed io voglio essere solo tua..

venerdì 20 aprile 2012

Un'amica ritrovata

Quello che è successo oggi mi ha fatto capire quanto l'amicizia può essere importante nella vita di una persona.

Il sentirsi così feriti per delle parole, come mi è successo, mi ha solo aiutato a comprendere quanto fosse importante per me lei.

Sì, lei.

Mi sono sentita persa, come se il pavimento mi fosse ceduto sotto i piedi, ferita come se una lama mi avesse oltrepassato.

Esagero? No, non ho chiuso occhio tutta la notte.

Ho pensato, pensato tanto, a noi, a cosa avevo fatto per farti scrivere quelle parole, parole accusatorie, taglienti come lame.

L'unica conclusione a cui sono giunta è che volevo chiarire, dovevamo chiarire, perché il nostro rapporto non poteva finire così.

E tutto questo è stato un bene, credo che ha rafforzato il nostro legame.

Mi ricordo ancora quando ci siamo conosciute, a pallavolo, quando abbiamo fatto insieme le gare alle medie, la corsa sotto la pioggia nella pineta, il morire di paura al banco insieme i primi giorni del liceo, lo stringerci la mano ai risultati dei compiti in classe..

No, tutto questo non poteva finire così.

E il momento in cui, come due stupide, ci siamo abbracciate iniziando a singhiozzare, è stato senz'altro il più bello. Siamo tornate ad essere noi, ci siamo ritrovate.

E ora che ti ho ritrovato non voglio più perderti, perché sei importante.
Sì, TU sei importante.

"Promettiamoci che ogni problema che abbiamo l'una con l'altra ce lo diciamo subito, non teniamocelo dentro.."




giovedì 19 aprile 2012

.. che abbiamo fatto a pugni, fino a volerci bene..

Ehi tu.. Si proprio tu.. Lo sai che ti voglio dire tante cose, ma non sei la classica tipa da "coccole e bacetti" oppure "quanto ti voglio bene" ecc, ecc.. No, tu sei la donna e l'amica con cui sfogarsi, quella con cui mi meno quasi tutti i giorni, quella con cui mi arrabbio perché ha il telefono per bellezza perché non risponde mai ai messaggi.. Sì, quella che tiene per sé le emozioni, ma che capisco  da uno sguardo se c'è qualcosa che non va.. Siamo uguali ma diverse, un'accoppiata vincente. Quelle due ragazze che quando passeggiano per strada non temono nulla perché sono pronte e attente a reagire e a colpire.. Con te ho fatto un sacco di esperienze nuove, surf, kitesurf, ju jitsu, quel corso di nuoto che non finiva mai, le sudate alle lezioni di GAG, l'andare con lo skate in mezzo alla strada incuranti dei rischi, ma l'una pronta ad aiutare e a proteggere l'altra.. E tu, sempre chiusa nei tuoi pensieri più intimi, mi hai reso così felice quando hai deciso di aprirti a me..Le ore passate a chiacchierare sul materassino a largo, lontane da tutto e da tutti, attaccate alla boa per non farci trasportare dalla corrente.. Sì, lo stesso materassino che poi abbiamo bucato >.< .. L'emozione di entrare in acqua insieme, con le nostre tavole, e sostenerci a vicenda quando prendevamo le onde giuste.. Sei riuscita a tirare fuori quel lato un po' maschiaccio ed estroverso che nascondevo da tempo sotto la mia stupida timidezza.. E che invece mi piace tanto.. J Ax, la sua musica, che mi hai fatto scoprire per portarmi poi al concerto la stessa estate.. Che emozione stupenda!! Che abbiamo poi ripetuto l'anno successivo.. Sempre insieme.. Il tuo essere dura fuori, ma dentro hai tanto da dare a chi ti vuole bene.. Le nostre serate estive passate su un muretto a chiacchierare di tutto e di più, quando cominciavo a sentirmi importante per te.. Ultimamente non uscivamo più spesso insieme.. E mi sembrava ci fossimo distaccate.. Ma eccoci di nuovo appiccicate, a passeggiare per Anzio solo noi due, come ai vecchi tempi, e a riacquistare la fiducia di sempre.. E sto bene con te; le nostre lotte in cui mi diverto da morire, le risate che non riescono a non uscire dalle nostre bocche per delle stupidaggini assurde, le tue "devo fare due chiacchiere con Rob" anche se non ho colpe :P i lividi che mi ritrovo dopo ogni allenamento, le chiacchiere sotto la doccia.. In questi tre anni che ci conosciamo ne abbiamo fatte di esperienze, e mi sento molto legata a te.. E ti ricordi, si, quest'estate, quando per le mia stupida gelosia rischiavo di rovinare tutto, e tu, che sei stata capace di capirmi e avere pazienza della tua povera amica bacata.. Ora conoscerai nuove persone, farai nuove amicizie, con la tua facilità di relazionare che ti invidio, ma volevo dirti che se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono e ci sarò sempre, cercherò di essere una sorta di punto di riferimento per la mia piccola grande amica <3

venerdì 13 aprile 2012

Ciao zio..



Ciao zio, qua non ci siamo scordati di te.. Anzi sei sempre nei nostri ricordi, nei miei ricordi.. E se ora sto piangendo, è solo perché la tua scomparsa, ormai da tre anni, mi ha lasciato un grande vuoto.. Tu con la tua unicità, la tua simpatia, la tua semplicità, il tuo volerci bene.. Tu, con la tua musica.. Mi ricordo, a casa tua, il tuo enorme impianto audio e la tua miriade di cd differenti, dalla musica più bella a quella simpatica che faceva ridere, e alcune canzoni che non si potevano sentire, ma erano rare, perché avevi buon gusto.. :) riascoltando un tuo cd mi sono ricordata di questa musica, "la Moldava", che ci facevi sempre sentire, e che quando venivo a casa tua mi divertivo a suonare con quella tastiera che ormai sarà coperta e inutilizzata da molto tempo.. Penso a te anche quando suono il flauto, il mio strumento, che mi hai regalato a Natale, quando avevo 10 anni.. Quel flauto a cui sono tanto affezionata, che è un prezioso ricordo di te.. Ma pensando a te i ricordi che affiorano nella mia mente sono tanti, troppi, e fanno ridere, mi danno gioia, una gioia mista a lacrime amare.. Che forse ho tenuto troppo a lungo.. Ho ancora vivida la tua immagine.. Tu che ci volevi un bene immenso, che eri come un secondo nonno, e che facevi tutto per noi... Mamma mi racconta che quando ero piccola, ero la tua prima pronipote, e tu nonostante vivevi a Roma venivi da noi ogni week end.. Hai visto tutto, anche il mio primo bagnetto.. Mi ricordo quando tu mi chiamavi "la mia padroncina", e facevi tutto quello che ti ordinavo, e ridevo.. Mi ricordo anche della mia prima partita di pallavolo, che volevi venire a vedere a tutti costi, anche solo per vedere gli ultimi cinque minuti, come hai fatto.. Le tue battute sciocche, ma che mi facevano ridere tanto.. La tua passione per il mare, per le tue barchette, Ponza, l'ultima estate che abbiamo passato tutti insieme, prima che ti ammalassi.. Ridevo sempre con te.. Sempre.. Tranne le ultime volte, quando il tumore ti ha divorato.. Quei mesi sono stati terribili.. All'inizio non capivo, non sapevo.. Sono stata pienamente cosciente di quello che ti stava succedendo solo negli ultimi tre mesi, quando le cure non funzionavano, e la cosa era più grave di quanto immaginassi.. E quando ti ho visto su quel letto di ospedale, con quel sorriso sofferente.. Guardandoci, guardandomi, avevi capito che noi stavamo male a vederti così, e tu non volevi farci soffrire.. Le lacrime trattenute, quel groppo alla gola, che mio fratello non è riuscito a trattenere, scoppiando a piangere davanti a te.. E tu non parlavi quasi per niente, eri attaccato a quei tubi e ci guardavi con quegli occhi tristi, che ho ancora davanti... E la promessa, quella maledetta promessa che non hai mantenuto.. "Ciao zio, ci vediamo la settimana prossima!".. Ma tu la settimana dopo non c'eri più, te ne sei andato il giovedì notte, quella notte che non potrò mai dimenticare.. Quando dal letto ho sentito squillare il telefono ho capito.. Mamma risponde, e comincia a piangere... E.. Quel tuo corpo freddo, quel sorriso che avevi.. Michela, che era stata impassibile, davanti a quel tuo sorriso malinconico scoppia a piangere.. E ogni sera con la tua foto sul comodino ti penso, e a volte vorrei veramente che fossi qui.. Zio mi manchi.. Tanto..

giovedì 8 marzo 2012

Una ventata d'aria fresca.

Ora sto con me, con i miei pensieri.. E penso.. Penso a tutto quello che è successo nell'arco di 5 mesi, quante cose sono cambiate.. E penso a te.. Vorrei sapere tu a che pensi, a cosa hai pensato, a cosa penserai.. A cosa penseremo.. In questo percorso di amore-odio, lacrime e risate, tu ci sei stato, ci sei e ci sarai, qui a sostenermi, a consolarmi, ad amarmi.. Nelle gioie e nei momenti di difficoltà.. Grazie a te sono riuscita ad andare avanti, perché, anche se non nelle vesti che avrei voluto, tu ci sei stato.. Non scorderò il tuo comportamento, quando mi hai trattata male, illusa e presa in giro, quando ti ho considerato un egoista e ancora non ti conoscevo veramente, ma era l'unica cosa di te che mi avevi mostrato. A quando volevo cambiare pagina, e tu hai ribussato alla mia porta.. E io non ti sopportavo.. Mi dava terribilmente fastidio il fatto di volerti, di sentirti vicino, e non averti.. E quando cercavo di capirci di più, di te, della tua vita, tu eri vago, capivo che eri in difficoltà, capivo che non conoscevo niente di te, dei tuoi amici, delle tue relazioni.. E la gelosia cresceva, cominciavo ad odiare tutto e tutti, e mi buttavo giù.. Anche quando ti sentivo più vicino, quando mi dicevi che non ero un'amica, ma ero qualcosa di più, e la mia felicità momentanea svaniva non appena iniziavo a pensare.. E pensavo, e pensavo, e quando mi stavo decidendo definitivamente a mettere un punto e voltare pagina ti sei aperto, mi hai dichiarato i tuoi sentimenti, proprio come volevo io, come avevo tanto desiderato.. E da quel momento, che non è stato un arrivo ma un punto di partenza, è andato tutto sempre meglio, i nostri sentimenti sono cresciuti.. Ora, a un mese e mezzo dall'inizio, ti posso dire che sto bene, finalmente, dopo tanti alti e bassi.. Mi fai stare bene! E devo solo ringraziarti per quello che hai fatto e per quello che stai facendo...

domenica 4 marzo 2012

Una vita in quattro giorni..

L'emozione del viaggio..
Finalmente si parte! L'eccitazione è nell'aria, è palpabile, e noi siamo pronti, con i nostri trolley, borse e borsoni.. In valigie enormi, che si chiudono a fatica, per la paura inutile di rimanere senza vestiti.. Il treno, il viaggio in treno, le chiacchiere, le risate, l'atmosfera di gioia che vagava per il nostro vagone.. Le infinite gallerie che abbiamo passato, e le strane espressioni che facevamo per stapparci le orecchie..

E finalmente eccola, Firenze, la città natale dei nostri grandi, di Dante! La stazione, pulita e piena di gente, che ci accoglie..
La tragica scoperta della lontananza del nostro albergo dal centro, e il caos che abbiamo portato stringendoci tutti e trentacinque con le nostre borse sull'autobus, sotto lo sguardo dei malcapitati che erano saliti prima di noi, e che ora erano costretti a stringersi come le sardine in una scatola..

Finalmente l'albergo.. Un piccolo albergo a due chilometri dalla stazione.. Prendiamo le chiavi, le camere sono da quattro.. Apriamo la porta, e lo spettacolo che ci si presenta è questo: un piccolo corridoio con il bagno, grande doccia e specchio grande dietro la porta, una grata inquietante dalla quale si vedevano le tubature, ed una luce perennemente accesa.. Al termine del corridoio c'era una piccola stanza, con un matrimoniale e due letti singoli.. Apriamo la finestra, la stanza odora di chiuso.. La stanchezza ci butta sul letto, e ci troviamo a combattere con dei materassi duri.. La corsa al bagno..

Durante la nostra permanenza in camera ci lasciamo andare in discorsi al di fuori della nostra immaginazione.. Sulla bellezza dell'essere adolescenti.. All'inizio scoppiamo a ridere, ma rileggendo questi ricordi e ragionando, mi rendo veramente conto della bellezza di questo periodo.. La leggerezza, la libertà, la mentalità che è ancora un misto tra quella di un bambino e quella di un adulto, il saper alternare momenti di gioco a momenti di serietà.. Le nuove emozioni, pure e semplici.. I primi amori, le prime esperienze.. E tutto questo mi riporta alla NOSTRA gita..

Camminando per le strade di Firenze rimaniamo tutti a bocca aperta: improvvisamente, girato l'angolo, ci compare dinnanzi il Duomo di Firenze.. Lo spettacolo lascia tutti senza fiato, è a dir poco stupenda.. Una foto è d'obbligo, ma non entra tutta nell'obiettivo! Allora ci allontaniamo, ci allontaniamo ancora, e più ci facciamo distanti più possiamo ammirare questa meraviglia.. E al nostro fianco il Battistero.. Ancora un po' di strada e arriviamo a Santa Croce.. Girare Firenze è una sorpresa continua.. Percorrere la navata della chiesa, fotografare la tomba di Dante e di altri grandi, i Sepolcri del nostro Foscolo..

Ma ora siamo noi ragazzi a scoprire Firenze, non appena ci lasciano la libertà.. Prendo in mano la cartina, e mi colpisce immediatamente quel luogo, spesso sentito nominare e mai visto.. Ponte Vecchio.. Sì, sì! Andiamo lì! E non restiamo affatto delusi.. "Scusi, ci fa una foto?" Le risate, i minuti passati ad ammirare la città, da quel  ponte coperto d'oro e di case, che sembra si reggano in piedi per miracolo..

Dopo mezz'ora passata al freddo e al gelo si torna in albergo.. Impariamo la strada del ritorno.. A piedi fino alla stazione, e poi il 22 fino a San Iacopino.. Sembra facile..

Le serate tutti insieme, a ridere e scherzare, le telefonate ai ragazzi che durano tanto, troppo, e la nostalgia che colpisce noi povere fanciulle di sera.. Ma nonostante tutto la felicità e la stanchezza prevalgono, e ci abbandoniamo in un sonno profondo, cullate dal dolce sogno che ha per fondale la Firenze ancora da scoprire..

Non sono ancora riuscita a capire se le conferenze mattutine ci abbiano aiutato a rimanere in forze per la giornata o ci abbiano fatto stancare ancora di più, ma senz'altro ci sono state d'aiuto.. E' stato emozionante vedere l'amore che il sindaco di Firenze prova per la sua città, e di come un giovane professore di università parlava di Ugo Foscolo.. Ognuno mostrava la sua passione, e la trasmetteva a noi ragazzi.. Sono di esempio per tutti noi..

Vagando alla ricerca di un posto in cui sederci per prepararci i panini, noi ragazze ci imbattiamo in Santa Maria Novella.. Accampate sotto l'ombra del monumento nel centro della piazza, con le facce rivolte verso la chiesa, facciamo stretta conoscenza con un gruppo di piccioni, che ci attornia, fino a costringerci a spostarci sui gradini della chiesa.. Baciate dal sole, ci accorgiamo del caldo che si faceva sentire sempre di più, e ci avviamo alla scoperta dell'altra parte di Firenze, oltre l'Arno..

Siamo di nuovo noi, noi otto, tra le vie di Firenze, i negozi, Piazza della Signoria, i gelati, le lunghe camminate, la ricerca del regalo perfetto per tutti.. le foto, quelle foto che un giorno rivedremo, e ricorderemo, ricorderemo i dettagli, quei momenti stupendi, questa nostra gita, noi soli, con tutto il mondo attorno.. E rideremo, rideremo al ricordo delle nostre figuracce, dell'albergo infestato dai Giapponesi, dei rumori di notte nella stanza, del non riuscire a prendere sonno, dello sbagliare strada..

Perché tutto, TUTTO, ci ricorderà solo NOI, e la nostra bella Firenze :)


Ed ora, nella malinconia che porgiamo l'ultimo saluto alla città, che neanche a farlo apposta si è annuvolata, come se fosse rattristata all'idea che questi piccoli grandi viaggiatori che per quattro giorni hanno calpestato le sue strade la abbandonassero..

mercoledì 25 gennaio 2012

Sto bene, credo.

Sto bene, credo.
Non posso mai dire di essere completamente felice, c'è sempre qualcosa che non va.
Ma ora è diverso. Ora sento la felicità che mi scorre nelle vene, che mi rende viva, che fa di me la vera me. Perché questo è bello, il sentirsi, vivi, VIVERE questa vita, non osservarla inermi mentre scorre, senza fare nulla per renderla migliore. Si, mi sento bene, sono felice, finalmente, dopo un periodo di momenti no, che si alternavano a piccole gioie che non riuscivano a farmi stare bene del tutto. Ora ci riesco, ci sono riuscita. Osservo la vita sotto un'altra prospettiva, cerco di prendere di tutto il positivo, imparando dagli errori. Forse la causa di tutto ciò sei tu, e se è così ti ringrazio. E' come se ci conoscessimo da sempre, e il fatto che mi mancasse qualcosa, forse, era dovuto proprio alla tua assenza.
E' nella sicurezza di un tuo abbraccio che voglio e so che potrò rifugiarmi nei momenti di tristezza e di sconforto, perché so che ci sarai.

domenica 22 gennaio 2012

Attimi...

Eravamo lì. Finalmente. Le nostre labbra distanti
pochi centimetri, pronte a sfiorarsi.
Il riflettersi dei tuoi occhi nei miei. Il silenzio tutto
intorno, dove il mondo si era fermato.
E noi. La bellezza di quegli attimi, la sicurezza del
tuo abbraccio, le mie mani nelle tue.
Il nostro "sentirci a proprio agio", come se ci
conoscessimo da una vita...

Tutto perfetto, tutto nostro.

giovedì 12 gennaio 2012

Il mio inizio sei tu



Venivamo da esperienze sbagliate,
ben lontani dal vedersi mai più,
ma siamo qua, fabbricanti di sogni...
 Il mio inizio sei tu...

Sconosciuti, tu non eri nei piani,
stiam vivendo nuove complicità,
 ma era un po' che il cuore voleva...

Funzionerà...
Con te
che io voglio riempire i miei giorni,
te
che io voglio far veri i miei sogni,
te,
questo viaggio ha porti sicuri e chiari contorni...
Ci sarò per la fine del mondo,
ci sarò per amarti di più.
E così se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu...

La nostra vita passava cercando felicità,
con te un futuro ce l'ho,
l'ho aspettato da un po',
niente ora ci cambierà...

Con te
che io voglio riempire i miei giorni,
 te
che io voglio far veri i miei sogni,
te,
questo viaggio ha porti sicuri e chiari contorni...
Ci sarò per la fine del mondo,
ci sarò per amarti di più,
e così se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu...





Qudrik_ Parte 2

Le giornate passavano lente, il tempo era monotono. Il Sole, lo stesso Sole che riscaldava la Terra, era lì, e questo le faceva sentire la sua famiglia meno distante di quanto lo fosse veramente. Lei era sempre sola, trascorreva il giorno girando per la città principale di Qudrik, ricercando qualche spunto per il suo lavoro da geologa. Ma soprattutto per trovare qualcuno che le tenesse compagnia. Qualcuno che ascoltasse i suoi sfoghi, che le porgesse una spalla su cui piangere, visto che le sue pareti l'avevano ascoltata piangere ogni sera da quando era arrivata in quel luogo.
Un giorno, durante la sua passeggiata di routine, scorse un uomo di bell'aspetto, che più o meno avrebbe dovuto avere la sua età, che leggeva il giornale su una panchina. Lei voleva sedersi, ma era stufa di accogliere un'altra sconfitta, cioè quella di vedere l'ennesima persona alzarsi e andarsene, per evitare di avere contatti con lei. Ma qualcosa le diceva che doveva sedersi, che forse poteva accadere qualcosa di diverso.
Fu così che prese coraggio, e a passi incerti si recò verso la panchina, e ad un metro dall'uomo, quando stava improvvisamente cambiando idea, l'uomo alzò lo sguardo, e i loro occhi si incrociarono. Lui le fece segno di sedersi, e lei, ancora incredula e senza parole, annuì e si sedette. Fu lui a rompere il ghiaccio. "Bella giornata, eh?" Quello che uscì dalle parole della donna fu un timido "si", al quale seguì un silenzio imbarazzante. Ad un certo punto lui si alzò. "Signorina, è stato un piacere conoscerla. Ora devo andare a lavoro, la mia pausa è finita." Le fece un cenno con la mano, lei rispose con un timido sorriso e lo osservò mentre si allontanava sul viale. Rimase sola, un'altra volta, come sempre. Anche lui se ne era andato. Ma lui, al quale neanche era riuscita a chiedere il nome, era diverso. Lui le aveva parlato, l'aveva guardata con occhi diversi rispetto ai soliti sguardi indagatori che le comunicavano disprezzo e diffidenza. " Forse era semplice curiosità." pensò lei distesa sul letto. E con mille pensieri per la testa si addormentò.

lunedì 9 gennaio 2012

Qudrik_ Parte 1

Non era sciocca. Se ne era accorta che tutti la guardavano con occhi diversi.
Occhi di estranei che la scrutavano, osservavano la sua diversità.
Perché lei era DIVERSA.

Veniva da un'altro pianeta.

Nel mondo di Qudrik avere due occhi era una cosa allucinante. "Lei ha solo due occhi!" diceva un bambino stupito alla madre. Tutti la scansavano, non riusciva a comunicare, ad avere rapporti. All'inizio non pensava che sarebbe successo tutto questo, sapeva che sarebbe stato difficile farsi accettare, ma non a questo punto. Ormai era passato un mese, e c'era un problema: non riusciva più a vivere.
Non era abituata alla solitudine, e la sera nella suo piccolo appartamentoscoppiava in lacrime. La sua vita si divideva tra il lavoro e quella sua piccola sistemazione che le aveva dato l'agenzia. Il lavoro. Era quello il motivo che l'aveva costretta a lasciare la Terra. Era una grande geologa, famosa in tutta la Terra, e nelle terre di Qudrik avrebbe potuto coronare il suo sogno: studiare la stratificazione del  mondo in cui non esistevano i terremoti, per cercare di capire il perché di tutto questo. Ed era l'unico motivo che la mandava avanti in quel mondo sul quale da ragazzina aveva tanto studiato e fantasticato. Ed ora che era lì non era felice come aveva sognato. La gente non l'aveva accolta a braccia aperte, non le avevano fatto trovare striscioni di benvenuto, non le avevano fatto fare il giro della città. Non avevano fatto nulla per farla sentire un po' a casa. Nulla. Non era il mondo che immaginava, in cui i bambini trascorrevano i pomeriggi a correre negli infiniti campi di erba viola che si stagliavano all'orizzonte, un'orizzonte giallo, contrastante con tutto il resto. No, i bambini rimanevano nelle proprie fairé, le loro abitazioni, sotto il controllo dei genitori. In questo modo sarebbe stato impossibile fare qualche conoscenza, né con i più piccoli né con gli adulti, che camminavano sempre con un passo svelto, che sembrava ancora più veloce per l'effetto dovuto alla presenza di tre gambe. "Ti troverai a tuo agio da noi, come se fossi a casa tua" aveva detto il primo ministro di Qudrik quando era venuto sulla Terra a prenderla. Ma una volta giunta lì, era stata abbandonata al suo destino, sola contro tutti, indicata dai bambini curiosi che la incontravano per strada, e costretta a sentire la solita frase dei genitori: "non avvicinarti, lei è diversa". E ogni volta che questa frase le giungeva all'orecchio, sentiva sempre di più la lontananza della Terra, dei suoi parenti, dei suoi genitori...

lunedì 2 gennaio 2012

UN ANNO DI ME


Penso che quest'anno sia stato pieno, veramente, soprattutto nell'ultimo periodo.
Ho vissuto centinaia, ma che dico? Migliaia di emozioni. A cominciare da Gennaio, quando ho conosciuto altri aspetti dei miei amici, belli e brutti. Le litigate, la sfiducia. Il periodo in cui mi sono sentita sola, e non vedevo l'ora che questa solitudine finisse. Il sentirsi sola contro tutti, sola contro il mondo.
La gita, la scoperta di nuovi posti, il sentirsi felice per poco. L'appoggio delle amiche, il count down per la fine della scuola. Finalmente l'arrivo dell'estate. Uno stacco, una pausa. La mia prima esperienza lavorativa, il mare, tanto mare. L'amicizia, gli amori, l'appoggio costante della mia famiglia. Le gelosie, le depressioni, vissute in tempo reale dalle mie migliori amiche, che portavo fino all'esaurimento nervoso con i miei film mentali. Esperienze fantastiche, le uscite estive, i balli, le feste. La triste scoperta della fine dell'estate, l'inizio del triennio. La dura realtà che tutto stava per ricominciare. Tristezza mischiata alla felicità e all'euforia di conoscere nuove persone. Conoscenze piacevoli, nuove cotte, delusioni, studio, tanto studio. Sport, tanto sport, che mi ha aiutato a sfogarmi negli alti e bassi di questi ultimi mesi, che sono stati i più intensi. La riscoperta di amicizie che in realtà non erano mai finite. Il diventare un punto di riferimento per loro, le confidenze, li loro momenti neri. Il periodo natalizio, assolutamente il più bello. La ricerca del regalo perfetto, lo shopping con le amiche nella città in cui aleggia l'atmosfera natalizia, le chiacchierate attorno ad una cioccolata calda. Dolori, gioie, momenti di grande felicità che si alternavano a momenti di profonda tristezza. Poi una persona ti dice che a 16 anni non puoi essere triste, e capisci che tutto quello che ti ha rattristato e ti ha fatto deprimere in realtà non era così importante, e ti riprometti di vivere la vita come viene, senza farti troppe preoccupazioni.

Ed ora, a due giorni dall'inizio del nuovo anno, voglio che questo sia un anno fantastico, ancora migliore, per tutti. E in quest'anno mi porterò dietro i ricordi, quella parte di me che è rimasta nel 2011, e la parte nuova che apparirà nel 2012. Perché nessuno resterà uguale a prima. Ricordate sempre, perché i ricordi sono tutto quello che ci resta della nostra vita trascorsa!

2011

E un altro anno è passato, portandosi dietro gioie, dolori amicizia, amori..
Rimangono ricordi.
Ricordi delle cose più stupide,
delle esperienze fatte con gli amici,
di cose inutili,
di litigate, di amori,
di sofferenze, di consolazioni,
di nuove amicizie,
di spalle su cui si è pianto.
Ricordi dei ricordi degli anni già passati.

Cosa ci rimarrà di tutto questo?
Degli anni passati in questa casa, in questa città, in questa regione, in questo stato, in questo continente, in questo mondo, il nostro mondo.

Noi facciamo la storia del mondo,
Noi siamo i creatori di quest'anno appena trascorso,
di quelli passati e di quelli futuri.
Noi dobbiamo collaborare, per ricordare,
e un giorno potremmo raccontarlo ai nostri figli,
ai nostri nipoti.
E loro potranno e dovranno fare altrettanto.
In ricordo di tutti coloro che si sono impegnati per sviluppare e trasmettere la cultura del mondo,
la NOSTRA cultura.

Vi auguro un felice anno,
Un bellissimo presente da vivere,
immaginando un futuro e trasmettendo e ricordando il passato.