mercoledì 25 gennaio 2012

Sto bene, credo.

Sto bene, credo.
Non posso mai dire di essere completamente felice, c'è sempre qualcosa che non va.
Ma ora è diverso. Ora sento la felicità che mi scorre nelle vene, che mi rende viva, che fa di me la vera me. Perché questo è bello, il sentirsi, vivi, VIVERE questa vita, non osservarla inermi mentre scorre, senza fare nulla per renderla migliore. Si, mi sento bene, sono felice, finalmente, dopo un periodo di momenti no, che si alternavano a piccole gioie che non riuscivano a farmi stare bene del tutto. Ora ci riesco, ci sono riuscita. Osservo la vita sotto un'altra prospettiva, cerco di prendere di tutto il positivo, imparando dagli errori. Forse la causa di tutto ciò sei tu, e se è così ti ringrazio. E' come se ci conoscessimo da sempre, e il fatto che mi mancasse qualcosa, forse, era dovuto proprio alla tua assenza.
E' nella sicurezza di un tuo abbraccio che voglio e so che potrò rifugiarmi nei momenti di tristezza e di sconforto, perché so che ci sarai.

domenica 22 gennaio 2012

Attimi...

Eravamo lì. Finalmente. Le nostre labbra distanti
pochi centimetri, pronte a sfiorarsi.
Il riflettersi dei tuoi occhi nei miei. Il silenzio tutto
intorno, dove il mondo si era fermato.
E noi. La bellezza di quegli attimi, la sicurezza del
tuo abbraccio, le mie mani nelle tue.
Il nostro "sentirci a proprio agio", come se ci
conoscessimo da una vita...

Tutto perfetto, tutto nostro.

giovedì 12 gennaio 2012

Il mio inizio sei tu



Venivamo da esperienze sbagliate,
ben lontani dal vedersi mai più,
ma siamo qua, fabbricanti di sogni...
 Il mio inizio sei tu...

Sconosciuti, tu non eri nei piani,
stiam vivendo nuove complicità,
 ma era un po' che il cuore voleva...

Funzionerà...
Con te
che io voglio riempire i miei giorni,
te
che io voglio far veri i miei sogni,
te,
questo viaggio ha porti sicuri e chiari contorni...
Ci sarò per la fine del mondo,
ci sarò per amarti di più.
E così se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu...

La nostra vita passava cercando felicità,
con te un futuro ce l'ho,
l'ho aspettato da un po',
niente ora ci cambierà...

Con te
che io voglio riempire i miei giorni,
 te
che io voglio far veri i miei sogni,
te,
questo viaggio ha porti sicuri e chiari contorni...
Ci sarò per la fine del mondo,
ci sarò per amarti di più,
e così se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu...





Qudrik_ Parte 2

Le giornate passavano lente, il tempo era monotono. Il Sole, lo stesso Sole che riscaldava la Terra, era lì, e questo le faceva sentire la sua famiglia meno distante di quanto lo fosse veramente. Lei era sempre sola, trascorreva il giorno girando per la città principale di Qudrik, ricercando qualche spunto per il suo lavoro da geologa. Ma soprattutto per trovare qualcuno che le tenesse compagnia. Qualcuno che ascoltasse i suoi sfoghi, che le porgesse una spalla su cui piangere, visto che le sue pareti l'avevano ascoltata piangere ogni sera da quando era arrivata in quel luogo.
Un giorno, durante la sua passeggiata di routine, scorse un uomo di bell'aspetto, che più o meno avrebbe dovuto avere la sua età, che leggeva il giornale su una panchina. Lei voleva sedersi, ma era stufa di accogliere un'altra sconfitta, cioè quella di vedere l'ennesima persona alzarsi e andarsene, per evitare di avere contatti con lei. Ma qualcosa le diceva che doveva sedersi, che forse poteva accadere qualcosa di diverso.
Fu così che prese coraggio, e a passi incerti si recò verso la panchina, e ad un metro dall'uomo, quando stava improvvisamente cambiando idea, l'uomo alzò lo sguardo, e i loro occhi si incrociarono. Lui le fece segno di sedersi, e lei, ancora incredula e senza parole, annuì e si sedette. Fu lui a rompere il ghiaccio. "Bella giornata, eh?" Quello che uscì dalle parole della donna fu un timido "si", al quale seguì un silenzio imbarazzante. Ad un certo punto lui si alzò. "Signorina, è stato un piacere conoscerla. Ora devo andare a lavoro, la mia pausa è finita." Le fece un cenno con la mano, lei rispose con un timido sorriso e lo osservò mentre si allontanava sul viale. Rimase sola, un'altra volta, come sempre. Anche lui se ne era andato. Ma lui, al quale neanche era riuscita a chiedere il nome, era diverso. Lui le aveva parlato, l'aveva guardata con occhi diversi rispetto ai soliti sguardi indagatori che le comunicavano disprezzo e diffidenza. " Forse era semplice curiosità." pensò lei distesa sul letto. E con mille pensieri per la testa si addormentò.

lunedì 9 gennaio 2012

Qudrik_ Parte 1

Non era sciocca. Se ne era accorta che tutti la guardavano con occhi diversi.
Occhi di estranei che la scrutavano, osservavano la sua diversità.
Perché lei era DIVERSA.

Veniva da un'altro pianeta.

Nel mondo di Qudrik avere due occhi era una cosa allucinante. "Lei ha solo due occhi!" diceva un bambino stupito alla madre. Tutti la scansavano, non riusciva a comunicare, ad avere rapporti. All'inizio non pensava che sarebbe successo tutto questo, sapeva che sarebbe stato difficile farsi accettare, ma non a questo punto. Ormai era passato un mese, e c'era un problema: non riusciva più a vivere.
Non era abituata alla solitudine, e la sera nella suo piccolo appartamentoscoppiava in lacrime. La sua vita si divideva tra il lavoro e quella sua piccola sistemazione che le aveva dato l'agenzia. Il lavoro. Era quello il motivo che l'aveva costretta a lasciare la Terra. Era una grande geologa, famosa in tutta la Terra, e nelle terre di Qudrik avrebbe potuto coronare il suo sogno: studiare la stratificazione del  mondo in cui non esistevano i terremoti, per cercare di capire il perché di tutto questo. Ed era l'unico motivo che la mandava avanti in quel mondo sul quale da ragazzina aveva tanto studiato e fantasticato. Ed ora che era lì non era felice come aveva sognato. La gente non l'aveva accolta a braccia aperte, non le avevano fatto trovare striscioni di benvenuto, non le avevano fatto fare il giro della città. Non avevano fatto nulla per farla sentire un po' a casa. Nulla. Non era il mondo che immaginava, in cui i bambini trascorrevano i pomeriggi a correre negli infiniti campi di erba viola che si stagliavano all'orizzonte, un'orizzonte giallo, contrastante con tutto il resto. No, i bambini rimanevano nelle proprie fairé, le loro abitazioni, sotto il controllo dei genitori. In questo modo sarebbe stato impossibile fare qualche conoscenza, né con i più piccoli né con gli adulti, che camminavano sempre con un passo svelto, che sembrava ancora più veloce per l'effetto dovuto alla presenza di tre gambe. "Ti troverai a tuo agio da noi, come se fossi a casa tua" aveva detto il primo ministro di Qudrik quando era venuto sulla Terra a prenderla. Ma una volta giunta lì, era stata abbandonata al suo destino, sola contro tutti, indicata dai bambini curiosi che la incontravano per strada, e costretta a sentire la solita frase dei genitori: "non avvicinarti, lei è diversa". E ogni volta che questa frase le giungeva all'orecchio, sentiva sempre di più la lontananza della Terra, dei suoi parenti, dei suoi genitori...

lunedì 2 gennaio 2012

UN ANNO DI ME


Penso che quest'anno sia stato pieno, veramente, soprattutto nell'ultimo periodo.
Ho vissuto centinaia, ma che dico? Migliaia di emozioni. A cominciare da Gennaio, quando ho conosciuto altri aspetti dei miei amici, belli e brutti. Le litigate, la sfiducia. Il periodo in cui mi sono sentita sola, e non vedevo l'ora che questa solitudine finisse. Il sentirsi sola contro tutti, sola contro il mondo.
La gita, la scoperta di nuovi posti, il sentirsi felice per poco. L'appoggio delle amiche, il count down per la fine della scuola. Finalmente l'arrivo dell'estate. Uno stacco, una pausa. La mia prima esperienza lavorativa, il mare, tanto mare. L'amicizia, gli amori, l'appoggio costante della mia famiglia. Le gelosie, le depressioni, vissute in tempo reale dalle mie migliori amiche, che portavo fino all'esaurimento nervoso con i miei film mentali. Esperienze fantastiche, le uscite estive, i balli, le feste. La triste scoperta della fine dell'estate, l'inizio del triennio. La dura realtà che tutto stava per ricominciare. Tristezza mischiata alla felicità e all'euforia di conoscere nuove persone. Conoscenze piacevoli, nuove cotte, delusioni, studio, tanto studio. Sport, tanto sport, che mi ha aiutato a sfogarmi negli alti e bassi di questi ultimi mesi, che sono stati i più intensi. La riscoperta di amicizie che in realtà non erano mai finite. Il diventare un punto di riferimento per loro, le confidenze, li loro momenti neri. Il periodo natalizio, assolutamente il più bello. La ricerca del regalo perfetto, lo shopping con le amiche nella città in cui aleggia l'atmosfera natalizia, le chiacchierate attorno ad una cioccolata calda. Dolori, gioie, momenti di grande felicità che si alternavano a momenti di profonda tristezza. Poi una persona ti dice che a 16 anni non puoi essere triste, e capisci che tutto quello che ti ha rattristato e ti ha fatto deprimere in realtà non era così importante, e ti riprometti di vivere la vita come viene, senza farti troppe preoccupazioni.

Ed ora, a due giorni dall'inizio del nuovo anno, voglio che questo sia un anno fantastico, ancora migliore, per tutti. E in quest'anno mi porterò dietro i ricordi, quella parte di me che è rimasta nel 2011, e la parte nuova che apparirà nel 2012. Perché nessuno resterà uguale a prima. Ricordate sempre, perché i ricordi sono tutto quello che ci resta della nostra vita trascorsa!

2011

E un altro anno è passato, portandosi dietro gioie, dolori amicizia, amori..
Rimangono ricordi.
Ricordi delle cose più stupide,
delle esperienze fatte con gli amici,
di cose inutili,
di litigate, di amori,
di sofferenze, di consolazioni,
di nuove amicizie,
di spalle su cui si è pianto.
Ricordi dei ricordi degli anni già passati.

Cosa ci rimarrà di tutto questo?
Degli anni passati in questa casa, in questa città, in questa regione, in questo stato, in questo continente, in questo mondo, il nostro mondo.

Noi facciamo la storia del mondo,
Noi siamo i creatori di quest'anno appena trascorso,
di quelli passati e di quelli futuri.
Noi dobbiamo collaborare, per ricordare,
e un giorno potremmo raccontarlo ai nostri figli,
ai nostri nipoti.
E loro potranno e dovranno fare altrettanto.
In ricordo di tutti coloro che si sono impegnati per sviluppare e trasmettere la cultura del mondo,
la NOSTRA cultura.

Vi auguro un felice anno,
Un bellissimo presente da vivere,
immaginando un futuro e trasmettendo e ricordando il passato.