domenica 27 novembre 2011

È sera, sono nel mio letto.

Mi metto le cuffie nelle orecchie e non ascolto più nessuno. Anche perché so che i mille pensieri che bombardano continuamente la mia testa, arriveranno comunque, non appena nelle mie orecchie verrà riprodotta una canzone che porta un ricordo, piacevole o spiacevole che sia, e ti entra nella testa e non puoi mandarlo via. La musica è un mezzo che ritengo fondamentale, ed è l'unico che in momenti come questi ti fa compagnia. Non mi mancano gli amici, conosco persone speciali, la mia famiglia mi ama, non sono sola, mi sento sola, ora. Quando sei nel tuo letto, e percepisci il forte rumore che fa il silenzio, che diventa opprimente, arrivano i mille pensieri, tutti i problemi, che nonostante non siano grandi problemi, sono tali nel nostro piccolo. Cose per cui stai male, cose che ti fanno sorridere, cose che anche volendo non puoi dimenticare. E con chi sei? Chi è lì con te? La musica, solo lei, che ti penetra dentro, che diventa tua, parte di te. A volte mi chiedo: possibile che quando entro nel letto, e sento il silenzio, comincio a pensare? Cos'è che innesca questo meccanismo terribile, che mi porta a scandagliare la mente alla ricerca di risposte indefinite, per le quali facciamo ragionamenti contorti e diventiamo registi da premio Oscar nei cosiddetti “film mentali”, così comuni tra noi giovani? E alla fine sapete che succede? Che le conclusioni a cui arriviamo, e che ci sembrano così geniali prima di cadere in un sonno profondo, la mattina seguente sono spesso e volentieri delle tali stupidaggini, che ci meravigliamo di noi stessi.  

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