lunedì 9 gennaio 2012

Qudrik_ Parte 1

Non era sciocca. Se ne era accorta che tutti la guardavano con occhi diversi.
Occhi di estranei che la scrutavano, osservavano la sua diversità.
Perché lei era DIVERSA.

Veniva da un'altro pianeta.

Nel mondo di Qudrik avere due occhi era una cosa allucinante. "Lei ha solo due occhi!" diceva un bambino stupito alla madre. Tutti la scansavano, non riusciva a comunicare, ad avere rapporti. All'inizio non pensava che sarebbe successo tutto questo, sapeva che sarebbe stato difficile farsi accettare, ma non a questo punto. Ormai era passato un mese, e c'era un problema: non riusciva più a vivere.
Non era abituata alla solitudine, e la sera nella suo piccolo appartamentoscoppiava in lacrime. La sua vita si divideva tra il lavoro e quella sua piccola sistemazione che le aveva dato l'agenzia. Il lavoro. Era quello il motivo che l'aveva costretta a lasciare la Terra. Era una grande geologa, famosa in tutta la Terra, e nelle terre di Qudrik avrebbe potuto coronare il suo sogno: studiare la stratificazione del  mondo in cui non esistevano i terremoti, per cercare di capire il perché di tutto questo. Ed era l'unico motivo che la mandava avanti in quel mondo sul quale da ragazzina aveva tanto studiato e fantasticato. Ed ora che era lì non era felice come aveva sognato. La gente non l'aveva accolta a braccia aperte, non le avevano fatto trovare striscioni di benvenuto, non le avevano fatto fare il giro della città. Non avevano fatto nulla per farla sentire un po' a casa. Nulla. Non era il mondo che immaginava, in cui i bambini trascorrevano i pomeriggi a correre negli infiniti campi di erba viola che si stagliavano all'orizzonte, un'orizzonte giallo, contrastante con tutto il resto. No, i bambini rimanevano nelle proprie fairé, le loro abitazioni, sotto il controllo dei genitori. In questo modo sarebbe stato impossibile fare qualche conoscenza, né con i più piccoli né con gli adulti, che camminavano sempre con un passo svelto, che sembrava ancora più veloce per l'effetto dovuto alla presenza di tre gambe. "Ti troverai a tuo agio da noi, come se fossi a casa tua" aveva detto il primo ministro di Qudrik quando era venuto sulla Terra a prenderla. Ma una volta giunta lì, era stata abbandonata al suo destino, sola contro tutti, indicata dai bambini curiosi che la incontravano per strada, e costretta a sentire la solita frase dei genitori: "non avvicinarti, lei è diversa". E ogni volta che questa frase le giungeva all'orecchio, sentiva sempre di più la lontananza della Terra, dei suoi parenti, dei suoi genitori...

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