giovedì 12 gennaio 2012

Qudrik_ Parte 2

Le giornate passavano lente, il tempo era monotono. Il Sole, lo stesso Sole che riscaldava la Terra, era lì, e questo le faceva sentire la sua famiglia meno distante di quanto lo fosse veramente. Lei era sempre sola, trascorreva il giorno girando per la città principale di Qudrik, ricercando qualche spunto per il suo lavoro da geologa. Ma soprattutto per trovare qualcuno che le tenesse compagnia. Qualcuno che ascoltasse i suoi sfoghi, che le porgesse una spalla su cui piangere, visto che le sue pareti l'avevano ascoltata piangere ogni sera da quando era arrivata in quel luogo.
Un giorno, durante la sua passeggiata di routine, scorse un uomo di bell'aspetto, che più o meno avrebbe dovuto avere la sua età, che leggeva il giornale su una panchina. Lei voleva sedersi, ma era stufa di accogliere un'altra sconfitta, cioè quella di vedere l'ennesima persona alzarsi e andarsene, per evitare di avere contatti con lei. Ma qualcosa le diceva che doveva sedersi, che forse poteva accadere qualcosa di diverso.
Fu così che prese coraggio, e a passi incerti si recò verso la panchina, e ad un metro dall'uomo, quando stava improvvisamente cambiando idea, l'uomo alzò lo sguardo, e i loro occhi si incrociarono. Lui le fece segno di sedersi, e lei, ancora incredula e senza parole, annuì e si sedette. Fu lui a rompere il ghiaccio. "Bella giornata, eh?" Quello che uscì dalle parole della donna fu un timido "si", al quale seguì un silenzio imbarazzante. Ad un certo punto lui si alzò. "Signorina, è stato un piacere conoscerla. Ora devo andare a lavoro, la mia pausa è finita." Le fece un cenno con la mano, lei rispose con un timido sorriso e lo osservò mentre si allontanava sul viale. Rimase sola, un'altra volta, come sempre. Anche lui se ne era andato. Ma lui, al quale neanche era riuscita a chiedere il nome, era diverso. Lui le aveva parlato, l'aveva guardata con occhi diversi rispetto ai soliti sguardi indagatori che le comunicavano disprezzo e diffidenza. " Forse era semplice curiosità." pensò lei distesa sul letto. E con mille pensieri per la testa si addormentò.

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